lunedì 25 settembre 2017

FaiDaTe: sulle Pedaliere e sulle Valigette parte 2

Riprendiamo il discorso di due post fa sulle mie esperienze e letture in merito alla costruzione faidate di pedaliere valigette et similia... passiamo ad altre parti non meno importanti...


FISSAGGIO:
Anche a questo bisogna pensarci in fase di progettazione... si rischia di far saltare tutto...
Realizzati i supporti di legno (e deciso come far fronte al trasporto) vediamo come si può fissare un pedale alla pedaliera/tavola... Questa è una parte difficile se si hanno diversi stomp box di dimensione diversa. Vediamo le possibilità che conosco...

Metodo 1
Non pochi li fissano con viti, come nella figura sottostante, magari utilizzando altri supporti in metallo (piccole staffe) per non rovinare i pedali, ma funzionalmente è un metodo pessimo, se si decide di cambiare disposizione dei pedali è un vero casino svitare ogni pedale e riavvitarlo.
fissaggio con staffa
Metodo 2
Io fino ad ora ho sempre utilizzato il velcro in quantità, sia maschio che femmina, mi ci trovo bene e non si stacca tanto facilmente dal pedale... sono riuscito pure a ripulire i pedali dalla colla che rimane attaccata dopo la rimozione del velcro (quando tolgo i pedali magari per venderli) e farli tornare come nuovi... per me è una soluzione ottima e non mi posso lamentare. Una seconda possibilità per evitare la colla: si prende un foglio di plastica (tipo quello delle cartellette da disegno), lo si ritaglia delle dimensioni del pedale, si smonta il retro del pedale, lo si rimonta avvitando assieme anche lo strato di plastica a cui si attaccherà il velcro, così niente colla sotto il pedale... ma è superfluo.

Metodo 3
Ultimamente ho scoperto che il metodo migliore, nonché “esteticamente vincente”, è rivestire un lato della tavola di moquette, tipo quella per gli interni delle auto (estremamente economica, la trovate in una qualsiasi ditta di tappezzerie). Per fissarla basta stendere una mano di colla vinilica sulla tavola, incollare la moquette e infine, a colla asciugata, fissare i bordi con dei punti metallici. A questo punto fissate al fondo dei pedali delle strisce di velcro maschio (quello con gli uncini, per capirci).
fissaggio con moquette e velcro maschio
Metodo 4
Qualcun altro utilizza del nastro bi-adesivo (non quello misero da cancelleria, ma quello professionale spesso, spugnoso e collosissssimo!) a detta di qualcuno di loro la tenuta è perfetta, i pedali si staccano solo con una forte tensione e, soprattutto, se si decide di cambiare la loro disposizione non è questione di un attimo ma si può fare. Non è una soluzione che preferisco!

Metodo 5
Qualcun'altro usa ancora le fascette: realizza dei fori nella pedaliera (ovviamente 4 per pedale, opportunamente posizionati in corrispondenza degli stessi, stando attenti a non disturbare poi il pedale da piagiare, il movimento dei potenziometri ecc) e fissa i pedali alla pedaliera con quelle, ma è un metodo brutto da vedere, sicuramente economico ma poco efficiente.

Segnalo anche il Fastner...ed il sollevapedali ... della StageTrix.
Fastener della Stagetrix
ALIMENTAZIONE:
Quello dell'alimentatore è uno dei problemi maggiori. Da esso dipende il buon funzionamento dell’impianto nonché (cosa fondamentale) la qualità del suono. Un alimentatore dev’essere debitamente schermato perché produca la minor quantità di rumori e fruscii. La scelta va fatta in primo luogo considerando la tensione di alimentazione dei pedali, solitamente di 9, 12 o 18 Volt a corrente continua. In secondo luogo, la tensione che genera l’alimentatore deve uguagliare quella di tutti i pedali (e quindi il trasformatore va scelto a seconda di quanti pedali si possiedono).
Esistono alimentatori creati apposta per gli effetti a pedale, mi vengono in mente Bespeco, Dunlop, Voodoo Lab, Fuel Tank, Vinteck,... Ho posseduto l'alimentatore Bespeco e lo sconsiglio per via della scarsa qualità. Consiglio sicuramente il DC-BRICK della Dunlop (qui la mia recensione): è un’unità da collegare alla corrente ed è in grado di alimentare una decina di pedali a vari voltaggi, non mi ha mai dato problemi.
In certi casi, ma  solo se si sa quel che si fa, l’alimentatore conviene costruirselo: con una presa a ciabatta si possono montare più trasformatori che possono alimentare molti pedali, ben più di 10, si perde in qualità ma si risparmia. Io non l'ho mai fatto, non ho mai avuto la necessità... ho solo letto qualcosa a riguardo... e continuo ad avere dei dubbi...

CAVI:
Per i cavi di collegamento tra i vari pedali potete comperare cavetti già pronti o prendete uno stagnatore e iniziare a lavorare con cavi e jack per autocostruirli, dipende dalle prestazioni e dalla spesa che potete sostenere. La cosa fondamentale è cercare di avere cavi della lunghezza giusta, troppo lunghi possono creare inutili spire che, oltre a rovinare l’estetica, danneggiano pure il segnale; ricordare che anche un solo cavetto scadente peggiora il segnale di tutto il sistema senza rimedio...
Spesso i cavetti li si compra a caso quando servono, lo abbiamo fatto tutti... e così ad un tratto ci si trova con N cavetti di M marche e qualità... poi si scopre che conviene prendere tutti i cavetti che servono dello stesso modello e marca preferibilmente della stessa qualità dei jack per strumento che utilizziamo. Io per esempio ad un certo punto ho preso dei Quiklok vitamina C per chitarra e poi, quando è venuto il turno dei cavetti, non trovando gli stessi, ho preso i Quiklok Unicore che mi sembravano di buona qualità... avendo avuto per anni cavetti assortiti di vario genere anche scadenti mi sono accorto subito della differenza.
una pedaliera (a valigetta) quasi professionale finita
RIFINITURE:
Rifiniture? Si!
Una bella mano di vernice su tutto...mmm... il non rivestito (a parte i pedali eh!) e sulle parti esterne sicuramente ci vuole... per dare omogeneità o un tocco di colore a seconda dei gusti.
E poi spazio alla fantasia...
Scritte o disegno sul coperchio?
Adesivi?
Scanalature o bombature?
Altro?
Tutte idee di abbellimento che dipendono dal gusto personale... io, a parte mani di vernice spray, non ho ancora fatto niente del genere a dirla tutta...

venerdì 15 settembre 2017

Marshall JCM 800 2203: la Storia del Rock a Portata di Mani

Poi un giorno, si torna al presente, settembre 2017, ho conosciuto un collega chitarrista, E, che aveva un po' di strumenti interessanti da vendere... tra i sui prodotti mi ha subito colpito questa testata Marshall JCM 800 modello 2203... non la riedizione di oggi ma una versione del 1984, dice lui... :)
A parte l'anno di produzione che non posso confermare, questa è la testata che ha fatto la storia del Rock per quanto riguarda il british sound... posseduta ed amata da una pletora di chitarristi sia famosi che non... che altro dire? Mi è venuta la curiosità, più che la GAS, e gli ho gentilmente chiesto se mi faceva fare una prova con video test per questo blog ed E ha accettato di buon grado.

Così un giorno mi sono recato nella sua sala prove con la mia chitarra preferita, la Jackson slsmg...
Passiamo ad una descrizione tecnica: è una testata valvolare (ovviamente) monocanale da 100 watt che montava 4 valvole EL34 nel finale e le solite 12AX7 nel pre (quante non so...), in origine, E ha fatto togliere due valvole e regolare di conseguenza il BIAS da un tecnico esperto per ridurre la potenza a 60 watt e poterlo sfruttare meglio in sala prove, in piccoli pub ed anche in casa... poi ha fatto togliere un obbrobrioso loop effetti che era stato inserito dal proprietario precedente... per cui è una testata da 100 watt diventati 60... poi presenta i soliti potenziometri marshall style per:
  • presence,
  • bassi,
  • medi,
  • alti,
  • master,
  • pre-amp.
Ha ingressi chitarra per high e low...
e dietro ha i collegamenti per le casse (1 o 2 stereo) regolabile a 4, 8 e 16 ohm come sempre... e qualche fusibile...

Comunque passiamo al piatto forte... il mio video... solita realizzazione casareccia: macchinetta Panasonic FZ35 su treppiedi che riprende me (è la prima volta che mi si vede in un video :) ma in casa ho pochissimo spazio) con la mia ascia inserita nel input high della testata e poi cassa 2 X 12 Marshall (questa non ho chiesto che caratteristiche avesse, ma sarà una buona cassa con coni Celestion V30 o qualcosa di simile credo, non mi sono sembrati i soliti G12T75 montati su casse economiche).

Per la prima volta devo dire che l'audio non ha reso bene le sensazioni che ho avvertito durante il video... l'unica spiegazione è che la macchinetta era ad un paio di metri mentre io era a circa 1 metro... forse non dovevo aver paura di spingere un po' di più col master così alla macchinetta sarebbe arrivata una pessione sonora superiore...
Ma passiamo alle mie inpressioni...
Questo amplificatore per me è grandioso... ha una botta ed una dinamica impressionanti... ed anche una definizione invidiabile... questi in assoluto i suoi pregi principali.
Il mio video test è stato un po' disordinato, contrarimanente al solito, ma ci sono andato un po' impreparato... ho improvvisato troppo sulle regolazioni sapendo che per il Metal come piace a me non poteva andare e non ero lì per comprarlo...
Sono partito con tutti i potenziometri ad ore 12, poi ho provato ad equalizzare a V e non è venuto un suono veramente pesante ma era bellino per qualche ritmica Hard. Ho palleggiato tra il mio pickup al ponte (EMG 81 come si sa) e quello al manico (EMG 85 come noto) trovando sempre una gran dinamica ed una bella botta, variando la forza del plettro si può cambiare di molto la sfumatura del suono... e poi ho girovagato nelle regolazioni senza meta trovando sempre un suono grandioso da Rock (sporco direi) ed Hard Rock con mille sfaccettature, sia per ritmica che per solista...
ogni tanto si sentono i commenti miei (poco comprensibili con la mia voce bassa) e di E.

Il suono di questo ampli è proprio ottimo così com'è per qualsiasi genere intorno al Rock... basta trovare la giusta regolazione che dia quella sfumatura perfetta... poi chissà con altre chitarre...

Ci sarebbe un problema: è monocanale! Con un monocanale oggi come oggi puoi fare tutto e niente... basta accoppiarlo ai giusti pedalini (pochissimi) per ottenere tutti i suoni (canali) che mancano, ma trovare i pedalini adatti, oggi, mi sembra un impresa... serve pazienza certosina per trovare quelli che non snaturino questo gioiello... ben vengano overdirve/booster/distorsori ma con vera parsimonia... non credo si possano usare delay e riverberi visto che manca il loop effetti...
Vieto assolutamente di accoppiare questa bellezza con pedaliere e pedalini digitali insulsi e scadenti... pena la scomunica immediata!

giovedì 7 settembre 2017

FaiDaTe: sulle Pedaliere e sulle Valigette parte 1

Da un po' di tempo pensavo di tirare le somme sulle mie elucubrazioni in merito... Tra l'esperienza che mi sono fatto e le tante letture scovate in rete ho diversi suggerimenti generali per costruirsi una valigetta porta pedali o una pedaliera... magari sono utili ad altri come sono state utili a me.

Ovvimamente la prima cosa è la progettazione... io consiglio di progettare il tutto fino al massimo livello di dettaglio, bisognerebbe riuscire a visualizzare il prodotto finito prima di cominciare, quasi come si vede nella prima figura qui sotto, anche se non so nemmeno io come si può fare uno cosa del genere... con quale software... un minimo sindacale è assolutamente necessario, non è una fase che si può saltare a piè pari senza danno, ma andiamo per categorie:

DIMENSIONI:
Prima di cominciare, in fase di progettazione certamente, fare un calcolo delle dimensioni. Queste sono facilmente ottenibile disponendo su un piano tutti i pedali, nella posizione in cui verranno fissati. Questo serve a darci un idea delle dimensioni assolutamente necessarie della tavola di legno che andremo a comprare. Ricordatevi di considerare anche l’ingombro (e dove li metterete) degli alimentatori, dei cavetti, della presa a ciabatta (se è prevista), di eventuali stomp di cui  già preventivate l’acquisto e di eventuali accordatori. Aggiungere poi lo spessore del legno di chiusura se realizzate una valigetta chiusa e volete fissare i pedali su uno dei due pezzi.
un ottimo esempio di progetto di una pedaliera/valigetta (trovato in rete)
TAVOLA:
Sempre in fase di progettazione eh...
Basta un qualsiasi negozio di bricolage per rimediare una tavola di legno (pioppo, abete, ecc). Lo spessore minimo che consiglio è di 1 cm (altrimenti non sarà resistente), il massimo è di 1,5 cm (altrimenti diventerà troppo pesante). La cosa migliore è una tavola in legno multistrato, molto leggera e resistente. A questo punto io dipingerei la tavola con della vernice spray nera, per darle un’estetica migliore e più rifinita.
Un'utile modifica è un rialzo per i pedali della seconda fila (decisamente comodo se bisogna disporne alcuni e se i pedali sono vicini tra loro): per il secondo piano ci accontenteremo di una tavola di multistrato spessa 6 mm sostenuta da 8 piedini cilindrici (o parallelepipedi) incollati sul fondo. L'utilità del rialzo (vuoto sotto), oltre che per raggiungere meglio gli switch dei pedali in seconda fila, è quello di far passare sotto i cavetti degli alimentatori e qualche cavo jack di collegamento... e si può anche posizionare lì l'alimentatore.
Poi si possono avvitare o incollare al fondo (sotto) dei piedini di gomma per non far scivolare/strusciare la tavola/pedaliera quando è a terra durante il normale utilizzo sia in prova che in live.

PEDALIERA:
Cose da considerare in fase di progettazione...
Se si sta realizzando una pedaliera si può scegliere una tavola, come nel caso precedente, oppure come ho fatto io in un caso un ripiano GORM (acquistandolo o costruendolo) che risulterebbe certamente altrettanto utile e più leggero.
In questo caso consiglio di realizzare la pedaliera inclinata tagliando un listello di legno (lungo quanto il lato corto della pedaliera, alto max 5 cm e spesso fino a 3 cm) lungo la diagonale per realizzare due triangoli uguali e fissarli sotto la tavola (o ripiano) e far venire una specie di prisma (esaminare anche la possibilità di un supporto simile anche al centro per mantenere la solidità della struttura complessiva)... secondo me una certa inclinazione è più comoda per pigiare sui pedali in ogni posizione.

COPERCHIO:
E' utile ripetermi? Da decidere in fase di progettazione!
Realizzando una valigetta che è più comoda, sicura e trasportabile, serve costruire una copertura/chiusura: ho usato materiali simili al fondo per costruire il coperchio (multistrato di 1 cm di spessore). Quanto deve essere alto il coperchio dipende dai pedali che abbiamo messo dentro (io direi almeno 10 cm). E' buona norma rinforzare la struttura con angolari in metallo o gomma/plastica fissati a vite come fanno i professionisti e la struttura diventa molto solida.
L'interno, come ho raccontato già, io l'ho rivestito di un materiale spugnoso e mi sembra una buona scelta di sicurezza... qualora i pedali, per qualsiasi imprevisto, si dovessero staccare dalla loro posizione non prenderebbero colpi tali da danneggiarli...
Sul bordo del coperchio ho messo un materiale gommoso che secondo me è utile a favorire la chiusura morbida e più aderente delle due parti della valigetta...
Per chiudere esistono le chiusure a mini farfalla che vende Thomann come quella nella foto sottostante a sinistra oppure a bullone nella prossima immagine a destra.
mini farfalla Adam Hall ma ce ne sono di più semplici da montare
chiusura a bullone o drawbolt
Poi la maniglia!
Io consiglio sempre quella che ho già utilizzato più volte (è sempre della Adam Hall) sia per la valigetta che per la cassa che mi sono costruito... avvitarla bene al coperchio e via... non è niente male ed è anche comoda per il trasporto di oggetti pesanti per molti metri.

A questo punto non vorrei scrivere un post troppo lungo per cui mi fermo qui, riprendo nel prossimo con altre categorie.