mercoledì 27 luglio 2016

Pandora: Testata Artigianale Valvolare

Febbraio/marzo 2011 finalmente ho trovato quello che cercavo...
Come ho scritto in questo post (ed in altri) ormai ho deciso che voglio cambiare il mio Marshall JCM 900. Ho già altro materiale, un pedale preamplificatore AMT B1, il Caliber 22... ma non mi bastano (probbabilmente il Caliber lo venderò proprio visto che non mi serve) e voglio un amplificatore valvolare nel mio rig.
Sul mercartinomusicale ho trovato un ragazzo/chitarrista che ha realizzato una testatina che ha tutte le caratteristiche per essere adatta alle mie esigenze.
Vediamone qualcuna interessante:
  • completamente valvolare
  • 12 watt di potenza, 
  • 2 canali :) non completamente indipendenti :(,
  • 2 suoni (cioè due percorsi di segnale) per il distorto.
  • quindi è leggerina e trasportabile...
    immagine di come era quando l'ho presa
L'oggetto si trova a Sannicandro Garganico... circa 110 km da casa mia... ma ci penso...
Non ricordo più il prezzo al quale la vendeva, io avevo in vendita il JCM 900 da un annetto al che gli propongo di fare uno scambio... inoltre conveniamo che sarò io ad andare da lui, per cui mi darà un rimborso spese di 20 euro... buono benzina! Per lo scambio si decide che io gli do il Marshall e lui mi darà la testata più 80 euro (con i 20 di prima sono 100)... considerato che il Marshall vale un pelino di più. Non cerco di fare un affare, cerco solo di esser onesto ed avere onestà in cambio... mi pare congruo...
Per cui un sabato pomeriggio sono andato a Sannicandro con la Jackson, il Marshall e la cassa Mesa Boogie per provare la testata e fare, eventualmente, lo scambio.

Per la cronaca il tizio non è stato ragiungibile per quasi un ora... ho più volte pensato di tornarmene a casa...
il Tizio (proprio non ricordo il nome, altrimenti lo metterei qui in iniziali come gli altri in passato) dice che la testata l'ha realizzata sul modello della Diezel Einstein con un circuito stampato acquistato non ricordo dove (le testate point to point che sono il sogno di molti costano dai 1400 euro a salire per cui non me ne meraviglio) riducendo un pelino i controlli ed il wattaggio... Ha poi costruito un case in MDF e l'ha rivestito con tolex (pelle di serpente? Quello in foto, comunque) discutibile perchè più economico degli altri... poi maniglia e pochi altri ammennicoli... quelli che servono.
L'ha chiamata Pandora e la considera un suo prototipo... la vende perchè è troppo cattiva per le sue esigenze... lui suona HR, HM non ricordo con quale chitarra... non gli serve tanta distorsione.
Particolare del nome
La stessa frontalmente presenta i controlli:
  • Gain Lead
  • Gain Clean
  • Bass,
  • Middle
  • High
  • Vol Lead
  • Vol Clean,
  • uno switch per cambio canale (il pedale per il cambio canale non ce l'ha ma se ne può acquistare uno per pochi euro ovunque),
  • un secondo switch per il cambio vintage/modern sul canale distorto (il vintage è una sorta di marshall sound, il modern da un suono vicino al mesa).
Invece sul retro ha:
  • connettore per alimentazione di corrente, 
  • due uscite per speaker (mono/stereo) con controllo per l'impedenza (4, 8, 16 ohm), 
  • loop effetti seriale send/return, 
  • ingresso per footswitch del cambio canale.
immagine del retro, si nota che ho cambiato il tolex
Ora apriamo le danze...
il Tizio prova il mio Marshall per una quindicina di minuti e se ne dichiara soddisfatto (già sapeva cosa aspettarsi da un marshall jcm 900), dice che però gli apporterà delle modifiche per cambiare la timbrica e renderlo meno acido, poi tocca a me... provo la testata...

Parto come sempre dal canale pulito... la prima impressione è buona: il canale è bello chiaro, il suono è puliti fino a metà corsa del potenziometro Gain Clean ed il volume raggiungibile mi sembra ottimo (direi che non mi sono sbagliato è il wattaggio che mi serve effettivamente)... come spesso ho scritto non ho particolari esigenze sul suono pulito tranne per il fatto che deve essere veramente pulito: io ci faccio accompagnamenti puliti,  molti arpeggi... ai quali potrei aggiungere delay, riverbero o chorus, ma il suono di base deve essere quasi cristallino, così mi piace.
Poi passo al canale distorto: questo è un canale di rara cattiveria, come il B1 direi, ma in modo diverso... ma un test sonoro più approfondito voglio scriverlo nel prossimo post, visto che qualche anno dopo ho realizzato dei videotest della stessa... e che ce l'ho ancora...

Come si può intuire l'ho presa... ma dopo essermela portata a casa l'ho portata dal mio tecnico di fiducia, Elettronica Legend di Avellino, giusto così, per scrupolo...
A mi dice che non avrebbe fatto lo scambio... non tanto per una questione di valore, ma per una questione di mercato (è più facile vendere un Marshall jcm 900 che un amplificatore, anche buono, ma senza un nome), poi per quanto riguarda il valore questo è leggermente soggettivo ed il mio scambio ci può anche stare... comunque era quello che mi serviva...

Strutturalmente mi dice che è un lavoro casalingo (lo sapevo), di stare attento alle viti della maniglia che sono quelle per legno, grandi, con passo largo, ma sono corte e non perforano completamente il case: la presa non è garantita per sempre; il circuito è industriale quindi va bene ed è pulito, sempre negli standard dell'industria però, mi conferma che monta 3 valvole ECC83 per il preamp (una per il loop effetti) ed una 6V6 per il finale, tutte di marca Groove Tubes; il BIAS ha bisogno di una leggera regolazione; i trasformatori sono dei Mercury... discreti...
Mi regola il BIAS, gli da una pulitina e me la ridà..

Qualche anno dopo ho fatto dei lavori: ho cambiato il tolex con uno nero più serio ed ho modificato la maniglia, come aveva detto A, inserendo delle viti che lo perforassero interamente ed ho messo dei bulloni dall'altro lato che sono più sicuri per la tenuta della stessa...

al prossimo post per le impressioni sonore dettagliate...

venerdì 22 luglio 2016

Electro Harmonix Caliber 22

A pochi giorni dall'acquisto del favoloso B1, mi ritrovo a sbavare sulle vetrine di Centro Chitarre di Napoli... Questa volta i miei occhi sono attratti da un piccolo pedalino... veramente piccolo, ma c'è scritto che è un amplificatore da 22 watt... lo voglio sentire...

Per la prtecisione l'Electro-Harmonix Caliber 22 è una versatile testata per chitarra da 22W; si può tenere in una mano, una trasportabilità veramente estrema... Si può collegare la chitarra al Caliber direttamente o tramite un preamplificatore/multieffetto (può fungere da finale di potenza) e poi in una qualsiasi cassa da 4, 8 o 16 ohm senza problemi visto che non è valvolare, si adatta all'impedenza della cassa senza problemi... costa intorno ai 100 euro nuovo. Un prezzo ottimo per un prodotto che può toglierci le castagne dal fuoco in certi casi e che può anche piacere tanto da diventare un componente del nostro rig principale.

Il Caliber 22 (o 22 Caliber alla inglese che è più corretto, ma io rimango sulla dicitura che preferisco) ha due controlli:
  • un pot per il Volume,
  • uno switch Bright che aggiunge presenza e definizione al suono,
quindi è molto semplice.

I tecnici EH sullo switch Bright dicono "When engaged, the power amp's bright switch adds a subtle high-end boost presence to your output signal."
Il pedale deve essere alimentato a 18 volt, da questo si capisce che non siamo di fronte ad un pedale qualsiasi....

Il suddetto non ha uno switch per l'accensione/spegnimento del pedale come tutti i pedali... la cosa è ovvia... chi mai vorrebbe poter spegnere l'amplificatore durante l'esecuzione di un brano?
Comunque colleghiamo la chitarra ed una cassa e vediamo...

Questo Caliber 22 offre tutto quello che può offrire un amplificatore vintage molto più ingombrante con controlli spartani... a tanti non serve altro...sebbene il circuito di'ingresso sia stato ottimizzato per una chitarra può suonare anche con altri strumenti.
Partendo da un volume ad ore 9 il suono è molto pulito, con il bright attivato si può ottenere qualcosa di più squillante e definito, senza sembra un amplificatore a transistor vintage un po' scuro di tono.
Alzando il volume ad ore 12 aumenta il volume ma la pasta resta la stessa: è bello il suono è veramente pulito, servirebbe qualcosa per equalizzare però... e poi gli effetti...
Continuo ad alzare il volume, supero le ore 3 e si entra in territorio overdrive/saturazione... è un transistor, ma anche i transistor possono saturare, è sempre più un amplificatore vintage a transistor secondo me. I tecnici Electro Harmonix a riguardo: "At this point, you are beginning to exceed 22 Watts on your loudest notes". Il Bright a questo volume stride un po' con la saturazione, meglio tenerlo off. Chiaramente anche al massimo, è un overdrive assolutamente insufficiente per qualsiasi cosa, secondo me, ma io sono un metallaro incallito, a qualcuno può certamente tornare utile.
22 Caliber e 44 Magnum

A casa ovviamente ho provato a collegare chitarra -> B1 -> Caliber -> cassa... il suono in se non mi ha mai entusiasmato, è bello ma sembra sempre un amplificatore a transistor, questa volta con le distorsioni devastanti del B1, ma è freddo, troppo freddo... ma a me serve un vavolare.

Mi sento di dirne un gran bene di questo ottimo pedale: in generale le mie considerazioni sono che questo pedale può essere un jolly da giocarsi quando le cose vanno male (nel rig di backup per intenderci) ed in molte altre situazioni... se avessi un'attività live decente lo terrei e studierei cosa farci... ma non vedo possibilità del genere all'orizzonte...

Io lo userei ad un volume intorno ad ore 12 con bright attivato (indubbiamente questo switch aggiunge un bel colore al suono) per un suono pulito e squillante per poi gestirmi con una pedaliera davanti ed a valle una cassa... il tutto peserebbe un'inezia rispetta all'attrezzatura tipica del chitarrista e sarebbe un ottimo backup, se non addirittura una strumentazione principale, da mettere in uno borsa, uno zaino o una valigetta.

Gli EH si raccomandano di usarlo con una cassa da almeno 30 watt... sarebbe un po' difficile per me trovarne una con meno potenza, ed anche ovvio visti i 22 watt del pedale, si sa che una cassa deve avere una potenza doppia dell'amplificatore che la pilota (ma quello che è ovvio per me può non esserlo per altri) per reggere bene la pressione sonora, ma credo sia una raccomandazione dovuta a motivi legali... io, per la legge del doppio, dire 30 watt sono ancora pochi, l'ottimo sarebbe 44...


P.S.: Gli EH hanno realizzato anche un fratello maggiore, si chiamo 44 Magnum... deve essere molto simile ma con il doppio della potenza.

martedì 19 luglio 2016

AMT B1: Che Distorsione Devastante!

Siamo circa nel 2010... immagino ottobre...
Non ricordo con quale idea sono entrato da Centro Chitarre Ceruti di Napoli, il solito direi, ed ho chiesto di ascoltare questo pedale preamplificatore/distorsore AMT B1, forse ho già visto dei video dimostrativi su youtube dello stesso... che mi hanno colpito.
AMT B1 dalla rete
La AMT Electronics (consiglio il sito) è una ditta Russa, abbastanza giovane e dinamica credo, che costruisce, industrialmente, pedali ad un prezzo veramente concorrenziale... non è molto famosa, è anche difficile trovare i loro prodotti in Italia...

Nell'anno 2010 di questa ditta, che io ricordi, sono disponibili in particolare un paio di overdrive/distorsori (California Sound, Heater) ed un riverbero... Reverberry.
Poi la ditta offre una linea chiamata Legend Amp Series con la quale vendono dei preamplificatori formato pedale realizzati in tecnologia JFET che vogliono imitare gli amplificatori famosi (Marshall JCM 800, Bogner non so specificare quale, Peavey 5150, Fender Twin, ecc) ad un prezzo veramente concorrenziale.

Sembra che il circuito basato su JFET sia quello più simile ad un circuito vavolare quindi promette gran suono, gran dinamica, belle distorsioni ecc, quasi tutto quello che offre un valvolare in meno spazio, meno peso e ad un prezzo inferiore...

Poi offrono dei preamplificatori valvolari multicanale sempre in formato pedale (ed uno a rack) della linea SS che pure mi sembrano interessanti ma non li ho mai provati...

Comunque non ricordo chi mi ha servito in negozio... egli collega questo B1 ad una Music Man Axis, al finale di un Marshall jcm 2000 combo (nel return del loop effetti) che si trova lì in negozio e iniziamo a smanettare con i controlli... ed a suonare... la prima impressione è ottima, il pedale offre una grande distorsione: è proprio devastante, offre un ottima pasta sonora, gran dinamica, i controlli sono ottimi ed hanno una bella risposta. Me lo porto a casa!

A casa ho una chitarra un po' diversa :), un ampli diverso... ma il suono di questo pedale è sempre devastante (forse con i miei pickup attivi la distorsione è più tagliente che con la Axis) e non è solo la quantità di Gain ad essere devastante ma anche il suono nel suo complesso... l'unico Bogner che ho conosciuto è l'Alchemist e questo pedale non ci assomiglia molto... chissà l'Ecstacy o l'Ubershall...
L'ho provato per anni in diversi modi e sempre come preampificatore, sia in mono che in stereo, mi ha sempre lasciato impressionato e soddisfatto; ho sempre trovato due grandi suoni: una ritmica da Thrash Metal veramente impressionante, durissima, piena e compressa e una solista tagliente, corposa e dinamica per assoli veloci.

Vediamo di dire qualcosa per introdurre questo video: è del 2016... prima non ci avevo pensato... l'ho realizzato collegando la mia Jackson slsmg al B1, in cascata ad un pedale che ha uscite stereo (mistero! :), poi al finale Marshall EL84 (che goduria!) ed a due casse con coni da 200 watt Electro Voice... :)... col tempo saprete tutto. E' fatto in modo veramente casalingo, non ho provato a fare niente per migliorare l'aspetto video e sonoro, credo che l'immagine video non sia importante, in questo caso, ed il sonoro preso in diretta dalla fotocamera sia più che sufficiente per metterlo su youtube... anzi, in verità il video preso dalla fotocamera è dieci volte più grande ed in fullHD, l'ho dovuto comprimere per poterlo mettere sul tubo... ed ora ascoltiamo il pedale...


Uso solo l'EMG 81 al ponte.
Nel primo minutino (fino ad 1:20 circa) si può sentire quella che è la mia impostazione preferita... volume ad ore 9, distorsioni ad ore 13-14, alti e bassi ad ore 13-14 e medi ad ore 10-11: Devastante! Presente, compresso, è quasi Metal Estremo... e non abbiamo finito... a proposito la chitarra è accordata in modo standard, giuro!
Poi tutto ad ore 9... niente male sia il suono che la distorsione.
Poi sezione equalizzazione ad ore 12: il suono migliora e questo è puro Heavy Metal secondo me.
Poi tento di pulire un po' il suono abbassando le disorsioni il più possibile (da circa 4:00), ci riesco quasi, suonando con pennata molto delicata, ma se ci metto più energia... discreta la risposta alla dinamica.
Mi incattivisco di nuovo passo le distorsioni ad ore 15... è una belva!
Medi al massimo, bassi ed alti ad ore 9... un bel suono solista tagliente, non perfettamente definito ma la distorsione è troppa.
Medi di nuovo giù ed alti e bassi ad ore 12... (6:40 circa) con la distorsione fissa ad ore 15... è una ritmica devastante a dir poco, ormai siamo all'estremo... e non è finita...
Alti e bassi ancora su, ad ore 15, sempre più pesante, ritmiche in zona Black/Death Metal...
Poi il massimo dei massimi... medi al minimo, alti, bassi e distorsioni al massimo... un suono devastante oltre ogni immaginazione... troppo anche per me... a questo punto si è persa di definizione, forse anche per colpa mia che non sono proprio Paul Gilbert.
Ora passo ad un suono più morbido,  heavy, di nuovo, mi è più congeniale in questo periodo (2016)

Ha una riserva di Gain senza precedenti... infinita, difficile da gestire tutta... i controlli sono giusti per gestire un canale, la risposta dei potenziometri è quella standard per la fascia di prezzo... non è un pedale boutique ed a quel prezzo è un ottimo prodotto, io lo conservo da 6 anni, visto il prezzo a cui dovrei venderlo, preferisco tenerlo e divertirmici un po'...

venerdì 15 luglio 2016

Autocostruzione Chitarra Elettrica parte 2

Vorrei parlare un po' più approfonditamente del punto 1 che ho enunciato nel post precedente... questo diceva (lo metto in grassetto): "avere le idee chiare (ma veramente chiare) su cosa si vuol realizzare e sui passi da fare per raggiungere lo scopo finale"
una bella chitarra questa conklin
Parlando di una chitarra elettrica, cosa significa avere le idee chiare?

Significa: sono certo che voglio
  1. costruirla in questo modo (setneck, o bolt-on, o necktrough);
  2. questo legno per il body;
  3. questo legno per il manico;
  4. le misure del manico sono...;
  5. questo legno per la tastiera;
  6. questa scala del diapason;
  7. X tasti con questa misura;
  8. raggio di curvatura Y;
  9. questo determinato ponte;
  10. proprio quei pickup lì;
  11. l'elettronica in questa configurazione;
  12. quel modello di meccaniche;
  13. questa sarà la forma del body;
  14. la paletta avrà questa forma e sarà inclinata/in piano rispetto al body;
  15. il colore sarà questo;
  16. userò vernici ad acqua/acriliche/altro... in questo modo...
E' possibile evitare di fare queste scelte in modo totalmente indipendente se ci si prefigge lo scopo di copiare pedissequamente una chitarra che è già in commercio, per esempio:
voglio la chitarra di Steve Vai... di Malmsteen, ... di Eric Clapton...
Shaller-Hannes, uno dei più nuovi ed interessanti
Sono però convinto che in un caso del genere ciò vuol dire che in realtà non siamo ancora maturi per una chitarra veramente fatta su misura per noi... infondo siamo individui peculiari, nessuno di noi è uguale perfettamente ad un altro per cui la chitarra perfetta per uno di noi non è proprio la chitarra perfetta per un altro... oppure non abbiamo ancora il nostro stile personale e l'approccio proprio con lo strumento...
alcuni shape disponibili e collaudati
Per cui vediamo di spiegare alcune di queste affermazioni...
La scelta del tipo di costruzione è probbabilmente dettata dal modello di chitarra che abbiamo in mente, si tenga presente però che realizzare una setneck o necktrough è più difficile che realizzare una bolt-on, anche perchè si trovano in rete molti disegni/progetti di chitarre bolt-on e pochi per le altre...
uno shape base con un po' di fantasia
La scelta dei legni pure deve essere abbastanza indirizzata dal modello di chitarra che pensiamo di costruire (non proprio uguale ma i legni come la chitarra di Tizio, Caio,...) altrimenti non se ne esce più, ma può essere molto utile questo sito per un rifermento generale sui legni e le peculiari proprietà di ogniuno.
Numero di tasti (ed anche tipo), lunghezza della scala, misure del manico e curvatura della tastiera nonchè profilo del manico idem come sopra... anche se uno studio serio condotto da un esperto partirebbe dalle nostre misure fisiche... e dal nostro stile chitarristico.
paletta fender stratocaster
Il punto 9 poi presuppone che abbiamo un ponte preferito ed adatto al nostro stile... in generale la scelta è tra ponti fissi o flottanti... la scelta tra i vari poi è assolutamente soggettiva... non sottovalutare i più gettonati come il TOM, spesso è una scelta non tanto sciocca, alla base ci sono considerazioni non banalissime... e non viene scelto solo perchè può costare poco.
uno dei più famosi ponti, il TOM
Il punto 10 è completamente soggettivo... bisogna però sempre muoversi nell ambito dei pickup che già abbiamo avuto modo di provare (anche se rimanendo nello stesso tipo di pickup...HH, HSH, SSS... è possibile cambiarli successivamente).
Il punto 11 dipende un po' dal punto precedente e poi da quanti suoni diversi vogliamo a portata di switch o potenziometri.
Il punto 12 non comporta particolari problemi, massima libertà...
Il punto 13 è un fatto puramente estetico e di comodità nel suonare... a parte le forme canoniche che sono efficienti e collaudate, vanno bene anche nuove ideee, bisogna solo considerare gli effettivi spazi che servono per i pickup, il ponte, l'elettronica... inoltre mi dicono che una buona chitarra deve essere bilanciata e pesare intorno ai 3 Kg...
Per il punto 14 mi sembra che la possibilità di scelta sia libera... mi dicono che una leggera inclinazione delle corde dopo il capotasto favorisca il sustain, mentre un'inclinazione troppo accentuata favorisce l'usura delle corde e le rotture precoci, ma sia le palette come Ibanez e Jackson che la paletta tipo Fender strato comportano una leggera inclinazione delle corde dopo il capotasto.
Il colore è una questione soggettiva, e per tanti banale, per me non è così ma non ci sono problemi di sorta... ogniuno può scegliere come meglio crede. Un appunto: realizzare colorazioni trasparenti è più difficile che realizzare colorazioni coprenti, colorazioni sfumate sono ancora più difficoltose.
il punto 16 anche è importante... è un po' legato al punto precedente... Ci sono molti tipi di vernici e diversi tipi di processi di verniciatura... per ogni tipo di vernice e di risultato ci può essere un processo adatto e non tutti sono semplici... alcune vernici sono tossiche e necessitano di buona manualità, locali ed attrezzature adatti.

Parlerò ancora dell'autocostruzione... in altri post...

lunedì 11 luglio 2016

Autocostruzione Chitarra Elettrica: Introduzione

E' da un po' che ci penso... forse dal 2009...
la mia Jackson slsmg è una grandissima ascia, ha un gran suono, è molto bella anche da vedere, ha una gran linea ed è elegante... ma è tutta nera... ed a me piace da matti il blue (si lo so ma per me anche l'occhio vuole la sua parte) magari trasparente con le venature di un acero marezzato, tigrato o occhiolinato in vista (tra i 3 non saprei scegliere, mi piacciono in egual misura)... oppure un body aerografato con un disegno unico e bellissimo... ma far fare una cosa del genere sulla mia chitarra potrebbe costare più di quanto vale e potrebbe comprometterne il suono che è ovviamente la cosa più importante.
In alternativa una chitarra come la slsmg con le caratteristiche estetiche da me richieste non si vende nel 2009, non la trovo nemmeno oggi nel 2016, per lo meno non si vende ai prezzi che io posso permettermi di pagare...se andassi da un liutaio... ma quelli, sicuramente tutti bravi, constano un botto.

C'è qualcosa inoltre che mi spinge all'autocostruzione... già tanti su accordo, su musicoff, ed altri siti descrivono le loro esperienze di autocostruzione chitarra che gli ha procurato grande godimento, esperienza e soddisfazione... con risultati al di sopra delle attese...la cosa mi ingolosisce...
C'è poi un aspetto non secondario: scegliendo con attenzione le materie prime, queste si trovano abbastanza a buon mercato... se il progetto dovesse andare storto si possono perdere 100/150 euro tra legno buttato e componentistica da rivendere ad un prezzo inferiore a quello di acquisto (il ponte, i pickup, le meccaniche e tutto il resto sono certamente rivendibili sul mercatinomusicale... acquistandoli usati si abbattono sensibilmente i costi e le perdite).
Dal 2009 e per mesi ho raccolto e letto materiale sull'autocostruzione di chitarra elettriche...
  • storie di successo (pochi pubblicano i propri fallimenti);
  • suggerimenti (come lavorare, dove, vernici, materiali);
  • impressioni, ecc...
Io ho scarsissima manualità e nessun attrezzo a disposizione, ma potrei farcela... il padre di G. è un falegname per hobby e G stesso sa fare delle cose, potrei farmi aiutare da loro (hanno anche molti attrezzi); poi c'è A che lavora in una ditta di lavorazione del legno delle mie parti, sembra che potrei far fare qualche lavorazione lì, con le loro macchine, a buon mercato...

Cominciamo con l'elencare per sommi capi, ed in generale, cosa davvero serve:
  1. avere le idee chiare (ma veramente chiare) su cosa si vuol realizzare e sui passi da fare per raggiungere lo scopo finale;
  2. procurarsi quindi il legno che occorre;
  3. procurarsi, tutti insieme o di volta in volta, all'occorenza, gli altri componenti per la chitarra (ponte, pickup, potenziometri, fili, meccaniche, ecc);
  4. avere un luogo asciutto e riparato con una superficie di lavoro adatta;
  5. avere la disponibilità di un set minimo di attrezzi da lavoro di buona qualità;
  6. avere una buona manualità o in alternativa l'aiuto di chi questa manualità la possiede;
  7. tempo e pazienza: c'è chi ci ha messo 9 mesi, chi un anno, chi 6 mesi... tutto dipende dal tempo che ci si riesce a dedicare, senza aver mai fretta di concludere: alcune operazioni sono per loro natura lente.
Io sono partito, quindi, pieno di entusiasmo ma non in quarta: volendo imitare la mia slsmg ho acquistato un body blank di mogano Khaya, un sol pezzo... bellissimo da vedere nel suo rosso mogano, appunto... pesantino... e di buona stagionatura (cosa molto importante), l'ho fatto vedere al padre di G... l'ho pagato 45 euro se non ricordo male... ed intanto continuavo ad informarmi.
...continua...

lunedì 4 luglio 2016

Hayden Mini MoFo

Un look decisamente poco sobrio quello della Mini Mofo, testata da 15watt completamente valvolare realizzata da Hayden. Oro (chiaramente similoro) in ogni dove, a partire dalla griglia con il logo, fino alle coperture per le valvole, bilanciato da una forma spartana, quasi da unità rack più che da testata. Niente legno per lo chassis e maniglia a scomparsa sempre in solido acciaio. La trasportabilità è ai massimi livelli grazie alla comoda borsa in dotazione e al peso tutto sommato contenuto per essere un amplificatore completamente valvolare. Prima però di collegarlo alla chitarra, conviene indagare alcune delle features più succulente offerte dalla testatina britannica (nel progetto).
Mini MoFo testata dalla rete
Tre manopole sono dedicate all’equalizzazione, alti, medi e bassi, più il controllo presence. Quest’ultimo permette di dare un’ulteriore vitalità alle frequenze alte e medio alte, aiutando il suono della chitarra a guadagnarsi spazio all’interno della band, secondo chi l'ha progettata. Completano il pannello controlli gain, master, che non hanno bisogno di spiegazioni, ed il misterioso Mofo.
Dietro il nome si nasconde il guadagno del booster interno attivabile solo tramite footswitch collegabile all’apposito ingresso posto sul retro. Ai più attenti non sarà sfuggito che sopra ai due input non troviamo le solite diciture HI e LOW, come spesso capita sui monocanale di questo genere, bensì delle indicazioni US e UK: Stati Uniti e Gran Bretagna. Le nazionalità non sono certo date a caso all'Hayden Mini Mofo, ma anzi, celano due percorsi completamente diversi del segnale attraverso i quattro stadi di gain che permettono di passare da clean caldi e avvolgenti fino a distorsioni Heavy Metal, con tutto quello che sta in mezzo... non sarà un amplificatore HiGain ma ci va proprio vicino.

Resta giusto da dare un’occhiata al lato B, dove con grande sorpresa notiamo l’assenza del tasto di standby, c'è solo quello di accensione (sul retro si), e troviamo le uscite speaker da 8 e 16 ohm. Singolare la scelta di utilizzare un jack stereo per il loop effetti, che costringe a cambiare, seppur non radicalmente, parte del nostro setup (bisogna utilizzare un cavo a Y).

Bazzicando a via San Sebastiano almeno settimanalmente vedo tutto... :) stavolta questa testata interessante la trovo da Loveri... l'ho vista due volte, la seconda entro e chiedo di provarla. Specifico che sono di fuori provincia e che avrei problemi per venire a provarla con la mia strumentazione (fosse anche solo con la chitarra non potrei non venire con la macchina) per cui dico che mi servirebbe una chitarra con body in mogano tastiera in ebano e emg 81 al ponte visto che ho una Jackson slsmg... affinchè la prova sia utile sia a me che a loro mi sembra necessario...
Il tizio si presenta con una Dean MAB-1 (Michael Angelo Batio)... e non ha un espressione simpatica e fiduciosa... cominciamo bene... mi collega la chitarra alla testata ed una cassa... non ricordo quale e comincio a provarla...
Mini MoFo retro dalla rete
Sono collegato al canale US, con gain molto basso (ore 9) ed equalizzazione quasi flat, do giusto una ripassata alle basse ed imposto la posizione 4 sulla chitarra per recuperare il suono decisamente squillante della strato: il sound di chiara ispirazione americana è caldo, corposo: non male, si tiene sull’orlo del crunch, vuoi per il piccolo wattaggio, vuoi per la MAB, che è abbastanza tosta.

Gain ad ore 12... viene fuori un crunch spinto. Il colore non cambia. Il sound resta grosso e corposo, questo Hyden ruggisce davvero da rock... ma serve altro.

Il tizio torna e mi chiede come va... gli dico che ho bisogno di altro tempo... non ho ancora sentito nulla, praticamente... lui è alquanto scocciato... basta in questo negozio sono maleducati ed incompetenti...

Resta da mandare la manopola del gain a fondo corsa e vedere cosa succede, almeno a sfregio lo voglio fare...
Il canale US come lead non è certo da buttar via, è proprio potente, ma una ritmica da Thrash/Death Metal non riesco ad ottenerla... per il resto sarebbe proprio buono...

Passo al canale UK: con le impostazioni iniziali di prima, l’impressione è che, dei due, questo canale sia un po’ sfigato. Si sentono subito le alte... le basse frequenze sono state messe da parte. Questo non vuol dire che il clean ottenuto sia brutto, anzi, è vibrante, anche se più scarno rispetto a quello US, ci lascia intuire che alzando il gain potremo puntare a ottimi risultati, poi si possono abbassare un po' le alte per ritrovare suoni più bilanciati... per i miei gusti...

Gain ad ore 12: il suono è realmente più british, acido, ma non mi piace, così è freddo... rimetto le alte ad ore 9.

Rimetto il Gain al massimo... questi eccessivi alti... Anche questo canale ha un discreto suono solista (ma meglio l'altro) ed anche questo non mi soddisfa sulla ritmica, se scavo troppo con le alte e le medie diventa freddo da glaciazione... ma non ho più tempo ne voglia con questa gente che da fastidio e non ascolta le richieste del cliente...
Mini MoFo altra versione sempre dalla rete
Riassumendo: la Mini Mofo mi ha lasciato piacevolmente sorpreso, se si pensa soprattutto al grandissimo rapporto qualità prezzo: difficile trovare difetti a fronte dei circa 350 euro da sborsare per portarsela a casa, compresa di footswitch e borsa dedicati. Forse avrei preferito un send-return normale e la possibilità di passare dal US al UK tramite pedale, trasformandola in una bicanale, e guadagnandoci non poco in versatilità sul palco, ma a questo punto sarebbe servita tutta una serie di controlli extra per sdoppiare i due canali. Comunque se serve una monocanale è decisamente da provare, magari con più tempo a disposizione senza un rivenditore rompiballe e con la strumentazione che adatta...

venerdì 1 luglio 2016

Home Recording: Nuovo Notebook

Siamo verso Luglio 2010... inizio ad avere qualche problema col notebook nella mia DAW.
Come ho scritto mi sono attrezzato una piattaforma di Home Recording casalinga basandola su un notebook ACER, ed ora quest'ultimo sta diventando obsoleto.
Gli aspetti principali che stanno diventando un problema sono:
  1. ha Windows XP a 32 bit,
  2. ha 1 GB di RAM non ricordo a che velocità,
  3. il disco fisso comincia a diventare piccolo, da 120 GB
  4. e non è facilmente upgradabile...
Tutto sommato sono passati 5 anni dall'acquisto del suddetto non è un'assurdità che ora sia diventato vecchio... quindi inizio a guardarmi intorno per cercare un nuovo sistema. Mi trovo ancora in un periodo lavorativo che non mi da sufficiente stabilità e mi suggerisce di essere alquanto mobile, per cui, nell'ottica di esser spostato da Napoli a Roma o a Milano decido di considerare ancora l'acquisto di un notebook. A differenza della scorsa volta ora vorrei un notebook più piccolo e trasportabile ma ugualmente potente, visto quello per cui mi serve.
linea stilosa Vaio ea1s1 da 14,4
Oltre agli aspetti funzionali stavolta ne vorrei uno esteticamente da guardare (anche l'occhio vuole la sua parte) in questo periodo ce ne sono tanti e non costano molto di più degli altri. Per farla breve trovo questo notebook Sony Vaio VPC EA1S1/B che fa proprio al caso mio: ha le seguenti caratteristiche tecniche:
  1. processore Intel core i3 prima generazione a 64 bit,
  2. RAM 4 GB da 1333,!
  3. disco fisso da 500 GB (sempre a 5400 rpm, purtroppo di meglio non si potrà mai avere... ormai),
  4. sistema operativo Windows 7 Home Premium a 64 bit,
  5. scheda video RADEON (il modello non è importante visto che non è per i giochi) con 1 GB di RAM sua,
  6. tre porte USB 2.0 ed una combo usb/sata
  7. dimensioni schermo 14,4 pollici (rapporto 16:9) per un peso di poco superiore ai 2 Kg, quindi è più trasportabile del vecchio ma molto potente,
  8. colore un bel turchese sfumato, come piace a me.
Ho fatto il solito giro a tappeto nei negozi fisici di Napoli, Benevento, Avellino e su internet: tramite internet l'ho trovato in un negozio di cui non ricordo il nome in un paesino che si chiama Omignano Scalo a circa 80 km da casa mia (una strada con case ai lati... un micro paese che non si può nemmeno definire tale) in provincia di Salerno, altrove, anche in una nota catena di elettronica di grande consumo, costava sugli 800 euro, invece in questo piccolo negozio l'ho trovato a 700 euro... una vera fortuna... chissà come ha fatto il tizio (che si è rivelato essere poco più che un ragazzo) ad avere una dozzina di questi ad un prezzo così concorrenziale... nessun altro lo vendeva a meno...
quello che ho preso io
Comunque, verso la metà di Settembre, mi sono messo in macchina con il mio amico G. (l'ex batterista) e siamo andati... preferisco andare di persona a ritirare cose che mi interessano, quando posso... anche considerando la spesa di benzina sono molto al di sotto degli 800 del prezzo del notebook in altro negozio nelle vicinanze, quindi il risparmio è ancora assicurato... e ne abbiamo approfittato per fare qualche giro extra nella zona, zona di mozzarelle, di storia (Paestum) e di mare :); nel pomeriggio sono andato a ritirare il pezzo... aperto e visionato (ma non avviato) lì in negozio per una prima verifica visiva e pagato in contanti.
A casa l'ho acceso ed ho fatto le operazioni di primo avvio... tutto ok!
Poi ho iniziato a configurarlo come preferisco, una partizione di sistema ed una di dati; ad installare i programmi di mio interesse ed a copiare i file dal vecchio notebook: è entrato ufficialmente nella mia DAW... oggi è ancora al suo posto sebbene siano passati 6 anni! Non mi da grossi grattacapi, l'ho aggiornato a Windows 10 e funziona ancora molto bene, lo spazio mi è ancora sufficiente e le prestazioni sono ancora buone.

Ora come ora quando sentirò la necessità di un nuovo cambiamento passerò ad un sistema PC tradizionale Midi/Mini Tower con uno o due schermi visto che il mio attuale lavoro da 4 anni è un lavoro stabile... anche per quanto riguarda la sede di servizio...