martedì 16 agosto 2016

Il Setup di un Chitarrista Elettrico: Pre - Finale - Cassa

Torniamo ad un argomento un po' filosofico... (il dialogo sui massimi sistemi) il setup di un chitarrista elettrico (ma anche di un bassista).
Ho esposto in questo post alcune mie considerazioni sul setup semplice costituito essenzialmente dal combo.
In questo altro post ho parlato, sempre com parole mie e mai in maniera esaustiva, di un setup un po' più modulare composto da testata e cassa (stack).
Ho anche detto che la soluzione basata sul combo ha i suoi difetti, così come ce l'ha quella basata sul sistema di due componenti: il difetto di quest'ultimo può essere il costo leggermente superiore che si paga per avere una testata ed una cassa separati più un ingombro ed un peso complessivo superiore.
Comunque per alcuni possono essere entrambe soluzioni da scartare... Per costoro c'è una terza soluzione, per certi versi molto più affascinante ma anche complicata, il rack.
rack semplice
In un rack si possono avere tre elementi principali ed irrinunciabili: preamplificatore, finale di potenza, cassa... ed altri... In generale è come prendere la testata dello stack e separarla in due componenti (perchè nella testata sono sempre presenti una sezione preamplificatrice ed una finale).
Molto brevemente la funzione di ogni oggetto è:
  1. Il preamplificatore prende un segnale a bassissima ampiezza e ad alta impedenza (la sua impedenza d'ingresso è sul MegaOhm) poi fornisce una prima amplificazione, molto bassa rispetto a quello che sarà il volume d'uscita, equalizza ed aggiunge l'eventuale distorsione. 
  2. Il finale è il componente che fornisce al segnale quasi tutta l'amplificazione richiesta per andare poi all'uscita con un volume ed un impedenza compatibile (4/8/16 ohm di solito) con le casse esterne. Qualche volta ha la possibilità di fornire un minimo di equalizzazione attraverso il Presence o altre funzioni che non sono però prettamente di competenza sua.
  3. Poi le casse hanno una funzione che a questo punto dovrebbe essere ben note, anche se non ho mai specificato precisamente, quindi diciamo che trasformano il segnale elettrico in movimenti della menbrana del cono e producono il suono che fa vibrare l'aria e giunge alle nostre orecchie.
Una soluzione del genere moltiplica a dismisura le possibilità già ampie offerte da sistemi stack... Ad oggi si producono centinaia di preamplificatori di ogni tipo per strumento e con caratteristiche che spesso su testata non si trovano, poi ci sono un buon numero di finali di potenza, credo che se ne possano contare diverse decine (forse si può arrivare a 100) e poi ci sono le casse... le possibili combinazioni sono innumerabili (ed impossibili per altre considerazioni, per cui è inutile contarle) anche se non infinite.
preamp Marshall jmp-1

Ma adesso iniziamo ad esporre qualcosa sui componenti che si possono trovare sul mercato per realizzarci un sistema rack.

Partiamo dai preamplificatori!
Sul mercato si trovano preamplificatori valvolari o transistor, in formato rack da 19 pollici (1, 2 unità) o anche a pedale (come l'AMT B1 di cui ho parlato). Possono avere da 1 a... 4 canali (?) e permettere di memorizzare un certo numero di preset richiamabili (anche 128 e più) con pedaliera. Di solito hanno questi controlli: Volume, Gain, Alti, Medi, Bassi. La maggior parte di quelli che hanno preset richiamabili sono pilotabili via MIDI... alcuni hanno incorporato un multieffetto... Possono avere uscite mono ed anche stereo... loop effetti (mono o stereo) ed uscite per PA, o PC senza passare per un finale.
I modelli di preamplificatore più conosciuti sono (in nessun ordine particolare):
  • Mesa Boogie Triaxis
  • ADA MP1
  • Marshall JMP1
  • Rocktron Piranha
  • Rocktron Chameleon,
  • Brunetti Centos,
  • Brunetti Mille.
Ci sono anche altre marche come Digitech, Boss, Tech 21, AMT (appunto), ecc. La maggior parte di quelli che ho nominato e mi vengono in mente sono valvolari, ma sarà dovuto alle mie preeferenze...
Quasi tutti questi preamplificatori hanno avuto un periodi di splendore negli anni ottanta in concomitanza con la nascita dei primi Guitar Hero metallari: Gilbert, Vai, Petrucci, Satriani, che li hanno avuti (ed a volte li hanno ancora) nei loro rig. Oggi sono sistemi ancora validi ed insuperati per molti versi, si vendono ancora ma non come allora...
finale VHT

Poi i finali.
Il secondo pezzo della catena è il finale di potenza, abbreviabile in finale. Questo componente ha funzionalità e compiti limitati (di solito è il più delicato della catena se valvolare) dovrebbe possedere uno e/o due canali (quindi è mono e/o stereo) con uno o due potenziometro per il volume e poco altro.
Sul mercato per quanto riguarda questi ultimi vorrei segnalare i valvolari Marshall realizzati in tre formati da 20, 50 e 100 watt, i Mesa Boogie realizzati in formato da 20, 50, 90 e 95 watt e poi:
  • Brunetti
  • Peavey,
  • altri Marshall a transistor (ancora trovabili ma non in produzione),
  • Rocktron,
  • VHT,
  • Advance Tube Technology,
  • Digitech.
Poi le casse... e ce ne sono per tutti i gusti... da 1, 2 ,4 coni... anche da 8, ma sono rare... realizzate con coni da 8,10 o 12 pollici... raramente da 15.
con potenze variabili che vanno dai 30 watt ai 600/800...
Il mercato delle casse offre già tutto quello che si può immaginare ma ciò non toglie che sia possibile per semplicità e soddisfazione personale costruirsene una...

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