venerdì 10 giugno 2016

Bogner Alchemist parte 2: ma Come Suona?

... purtroppo ancora niente video test... passerà ancora qualche tempo prima che io sia attrezzato per farne...

Ad onor del vero devo dire che la prova sonora che ho fatto a Campitello non è stata delle più accurate: non avevo una cassa adatta... ai tempi non l'avevo... mi sono portato la Jackson, fida ascia, e lì l'ho provata con la cassa disponibile dal tizio... ma poi con tutti questi controlli...

La attacco ai coni del Marshall...
Canale gold: il clean che questo amplificatore genera è un pulito caldo e medioso, tipico delle 6L6, molto americano/fenderoso, con un attacco molto forte ed una dinamica interessante... l'ampli risponde perfettamente alla mia mano anche se mette subito in evidenza gli errori e mi accorgo già dalle prime pennate che questo Bogner non perdona. I potenziometri sono molto sensibili e le possibilità sonore, curando l'equalizzazione, sono veramente molte.
Spostando lo switch da clean a crunch troviamo un crunch, appunto, molto leggero e poco invadente, per me che sono un metallaro incallito anche con la slsmg è poco invadente... e anche alzando il gain al massimo si resta sempre in territorio prettamente blues: con questo suono poco rock e niente di più, ma caldo e sanguigno blues! Il canale gold nasconde anche una sorpresa a me molto gradita: alzando al massimo il gain, con lo switch posto su clean, il suono rimane pulito, ma diventa saturo, con un attacco tremendo e un gran sustain, se dai la giusta pennata (per intenderci il suono che ha Gilmour nel solo di Another Brick in the Wall, con le ovvie differenze sonore... magari con una strato...), insomma, proprio godibile per gli amanti dei Pink Floyd!
Bogner Alchemist mia
Canale mercury: qui si hanno differenze sostanziali fra il suono con il punch attivato o meno. Senza punch abbiamo un overdrive con una bassa dose di drive, con la pasta sonora morbida e fluida ma sempre in territorio bluseggiante, riprende direi dal blues che si ottine con il clean... Attivando invece lo switch punch si cambia radicalmente; il suono diventa grosso, profondo, con una buona dose di drive, attacco potente e sustain importante. Il tono è molto americano, adatto a sonorità rock, hard rock, anche metal se vogliamo... ed anche qui le 6L6 si fanno sentire e i potenziometri dimostrano una buona sensibilità permettendo anche su questo canale di trovare molte sfumature, anche se il carattere dell'ampli, e questo vale per entrambi i canali, non viene mai snaturato.

L'escursione di gain è buona, si va da un buon overdrive ad un lead tipico Bogner, senza mai sfociare però nell'hi-gain puro. Il suono che ne esce, con la slsmg e l'emg 81 ha una gran botta, è un pelino freddo e medioso ma abbastanza metallaro, con l'85 è duro ma cremoso, fluido e pieno, con tutte le armoniche al posto giusto ed una risposta alla dinamica da non sottovalutare.

Per quanto riguarda il boost posso dire che non altera il suono e non aggiunge o toglie niente. Qui c'è una differenza: il boost si fa sentire benissimo sul pulito con un aumento netto di volume, sul distorto ovviamente il boost non è in grado di alzare il volume, ma aumenta la saturazione del suono: per assoli veloci rock metal, secondo me!
pedale testata
Quasi mi dimenticavo degli effetti...
L'Alchemist offre un delay e un riverbero e per ognuno offre tre possibilità di scelta.

Come tipi di delay abbiamo da scegliere, sempre tramite i famosi switch sopracitati, tra:
  •  il ducking (che altro non è che un digital delay), 
  • l'analog (delay classico analogico) 
  • e il tape (classico tape echo). 
Nel complesso questo è un buon delay: nella posizione analog mi piace molto... Trovo qui una pecca, se così si può chiamare, e cioè il tap tempo è selezionabile solo sul front dell'ampli, quindi nell'utilizzo live potrebbe risultare un po macchinoso, ma se si ha un secondo delay, il nostro può essere molto ben sfruttato per creare profondità nei soli come piace a me.
Il riverbero ha anche lui tre scelte e sono:
  • plate
  • hall,
  • spring 
e mi piacciono abbastanza, soprattutto spring... aggiunge quell'atmosfera ai puliti che è veramente bella sugli arpeggi... ed è utile anche nei soli se non si ha un delay corto.
Voglio aggiungere infine che gli effetti interni sono controllati anche loro, come il s/r, da una delle cinque 12AX7 (se non sbaglio è la stessa per tutti e due).

Qualche mese dopo l'Alchemist ho trovato una cassa molto interessante... la Mesa Boogie 1X12 con cono Electro Voice Black Shadow da 200 watt... Con questa cassa la testata suona un po' meglio...  mi toglie la mediosità dei Celestion G12T75... suppongo... ma, a causa forse della potenza spropositata, mi sembra distorca meno...
altra immagine testata da rete
Ci tengo a sottolineare che l'Alchemist è rispettoso della chitarra con la quale si sta suonando, e che il suono che ne esce, in tutte le combinazioni, è sempre presente e mai impastato. Per mia sfortuna il Bogner non digerisce il mio BOSS PS-5 (l'unico pedale tra quelli che ho adesso che ho intenzione di tenere) credo sia dovuto al fatto che il loop effetti non è mai seriale... nella migliore soluzione possibile, mettendo il level del loop effetti al massimo e tagliando tutto il suono dry sul pedale, quando si inserisce il pedale stesso, si sente un netto aumento di suono... sarebbe stato necessario un loop effetti seriale o avere con effetti off tutto il segnale in uscita e con effetti on mandare metà segnale in uscita e metà nel pedale... non ho trovato nessuna soluzione a questo problema.

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