Prendevo lezioni da molti mesi... mi ero già stancato del mio strumento... del resto sapevo che era solo uno strumento da studio che in futuro avrei dovuto cambiare: in queste situazioni si tende, erroneamente, a credere che con uno strumento migliore si possa crescere prima e meglio, quasi come se lo strumento possa aiutare in qualche modo a fare gli esercizi o a studiare di più. Un fondo di verità ci può essere, ma è proprio un fondo: se il tuo strumento ti piace molto può darsi che lo suoni con una disposizione migliore e più a lungo e questo favorisce la crescita musicale.
In realtà il desiderio di un nuovo strumento, forse migliore di quello posseduto, è solo un attacco di G.A.S.
Poi si scopre che la maggior parte del suono lo fa l'amplificatore, ma purtroppo la prima cosa che salta all'occhio è la chitarra... anche a vedere quelli più bravi di me in una qualsiasi birreria o in TV (a maggior ragione oggi, per altri principianti, nei milioni di video presenti su youtube) quello che salta prima all'occhio è sempre la chitarra: una stratocaster, un les paul,... così volevo un'altra chitarra... ai tempi desideravo la Strato perchè ero ancora un grande fan dei Pink Floyd e di Gilmour, sebbene ascoltassi sempre più Heavy Metal, cominciava ad affascinarmi Malmsteen ed il Floyd Rose.
Non ricordo come ho fatto a convincere mio padre a darmi i soldi per comprarla, ancora mi sembra una cosa impossibile...
Comunque mi sembra che ancora una volta sia stato Mr G a farmi sapere che al nostro negozio preferito, MusicaMusica di Benevento, c'era una ottima Vester II Concert Series, mi sembra usata, a 450000 lire... siamo all'incirca alla fine del 1990.
La chitarra in questione era rosso metallizzato (immagine sopra) costruita sul modello della Jackson soloist di quel periodo, probabilmente era prodotta in Giappone negli anni 80 (costruita oggi sarebbe una chitarra top di gamma, inferiore solo alle statunitensi o a quelle artigianali).
Aveva le seguenti caratteristiche:
- Corpo in Ontano;
- manico in Acero un pezzo;
- tastiera 24 tasti in Palissandro con segnatasti a dente di squalo in finta madreperla;
- ponte Floyd Rose costruito dalla Vester su licenza;
- configurazione pickup H-S-S attivi, sempre costruiti dalla casa stessa, selezionabili tramite 3 mini switch singoli che potevano accendere e spegnere singolarmente un pickup (una configurazione molto interessante,e molto versatile, ai tempi non so quanto diffusa, oggi introvabile);
- meccaniche nere;
- un volume e due toni, non ricordo come erano configurati.
Inutile dire che non posso farne una recensione come si deve... non ho assolutamente ricordi di come suonasse: è passato troppo tempo... e poi il suo suono veniva fuori sempre da un Aria 50 watt a transistor monocanale con cono di scarsa qualità che certamente non rendeva un granchè... però c'è da dire qualcosa: con ogni probbabilità i pickup erano discreti (ho preso informazioni negli anni!) erano abbastanza potenti, un po' rumorosi e la configurazione era molto versatile (l'unica cosa che mancava era la possibilità di splittare l'humbacker al ponte), non so dire come fosse il legno ma ai tempi c'era una disponibilità di questa materia prima migliore di adesso, non escludo che comparato alle chitarre moderne si potesse considerare di buona qualità. Quello che lasciava a desiderare era il materiale con cui erano realizzati ponte e bloccacorde... purtroppo ci ho messo del mio in questo: a causa di una cattiva manutenzione che ne facevo (avevo cattive informazioni a riguardo) dopo un anno e mezzo / due ho rotto una selletta del ponte e spanato la filettatura del bloccacorde... In quel periodo non era facile trovare pezzi di ricambio: il floyd rose si vendeva intero (ponte, molle e bloccacorde con viti ed accessori) non si potevano acquistare singole sellette o il capotasto come oggi, inoltre il set più economico comunque si trovava a 150000/200000 lire, più una 50000 da dare al tecnico che avrebbe fatto l'operazione, ed allora era una spesa molto importante per me e comparata al valore dello strumento molti la sconsigliavano... inoltre nel mio cuore c'era già un'altra chitarra :(.
Alla fine, più o meno nel Natale del 1992, ho comprato la chitarra che era entrata nel mio cuore e dopo poco ho ceduto la Vester per una custodio rigida per chitarra elettrica, marca Yamaha, del costo di 120000/150000 lire ma dopo vari altri anni mi sono pentito di aver fatto questo. Non mi sembrava di avere alternative: avevo questa nuova grande chitarra che mi piaceva ed avevo intenzione di suonare sempre questa, cio non ostante, con quello che ci ho ricavato, avrei fatto bene a tenerla in attesa di qualche nuova possibilità...non so da quanto, ma già da 15 anni almeno si potrebbe riparare e aggiornare con poca spesa, sono sicuro che suonerebbe almeno cone le chitarre da 1000 euro che si trovano in negozio.
P.S. La Vester nacque dalla compagnia Samuel Music, con sede in Illinois.
Seguendo il successo di numerose imprese di piccole dimensioni come la Jackson e la ESP, la Samuel Music decise di lanciare il proprio marchio di chitarre sotto il nome Vester appunto.
Piuttosto che costruire gli strumenti da sè, la Vester importava strumenti dalla Saehan Guitar Technology, Korea.
P.S.S. Oggi qualsiasi chitarra a marchio Vester è rara, il marchio è fallito negli anni novanta (da qualche parte leggo 1994) dopo una causa intentata contro di lei dal colosso statunitense Fender in cui la Samuel Music, non avendo fondi per difendersi, si arrese senza un dibattimento processuale.
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