Qualcosa l'ho studiata successivamente per mie esigenze, da autodidatta, ed ogni tanto cerco ancora di imparare qualcosa, ma non con la dovuta costanza.
Devo confessare una sostanziale ignoranza sulla teoria della musica e sulla teoria musicale applicata alla chitarra in quanto conosco alcuni argomenti: scale maggiori, minori, pentatoniche, modi greci, qualche scala esotica, costruzione degli accordi, rivolti, un po' di armonia, tecniche di tapping, sweep picking, arpeggi vari, qualche nozione sui tempi semplici e composti... ma non so quanta parte della teoria musicale e chitarristica mi manca... ciò non ostante, nel suonare e nel comporre, non sento questa mancanza, sicuramente perchè non sono un jazzomane, un maniaco della tecnica o uno shreder... qualora la dovessi sentire, o dovessi scoprire qualcosa di utile alla mia musica, mi andrei immediatamente a documentare.
Ora mi domando se oggi come oggi, nell'era dell'Internet of Things, ha ancora senso prendere lezioni di chitarra in forma privata come una volta...
Io, ovviamente, non ci penso affatto, per le considerazioni di cui sopra... e per questioni economiche.
Ed un neofita? Uno che vuol cominciare da zero a suonare la chitarra?
Non sono un Maestro o un cultore della materia, uno che ha studiato davvero può esprimere certi concetti molto meglio di me: io esporrò le mie riflessioni con parole mie...
Per sviluppare il senso musicale è fondamentale ascoltare tonnellate e tonnellate di musica (nel vero senso della parola... e ci vogliono anni ed anni per avvertire i benifici di tale pratica).
Per un neofita ci sono delle considerazioni molto importanti.
Sebbene si sia detto "cominciare da zero": non siamo tutti uguali, ci sono delle differenze tra neofita e neofita: non siamo proprio tutti tabulae rasae.
- si può avere talento,
- si può esser più o meno portati,
- si può esser più o meno negati,
- si possono avere già delle conoscenze anche inconsce...
In sostanza, per suonare uno strumento come si deve bisogna interiorizzare alcuni concetti fondamentali:
- importantissimo è il concetto di tempo: bisogna acquisire un senso di tempo interno (si può dire così?), utile quando si suona da soli o si fanno esercizi, ma allo stesso tempo bisogna seguire un tempo esterno (?), ascoltare il tempo di quando si suona in una band e questo è scandito dal batterista nonchè sentire il tempo degli altri perchè tutti devono seguire il tempo o per lo meno devono rendersi conto se qualcuno non lo sta facendo. Riassumento bisogna sempre sapersi dare il tempo, da se o dettato da altri... Non ha senso suonare un assolo di tapping più veloce di Van Halen se non lo si esegue a tempo. Ci può volere nulla o anni!
- altrettanto importante è il senso della nota, la tonalità: può sembrare non importante perchè tanto si suona seguendo degli spartiti (non per forza quelli scritti su un pentagramma, basta anche il semplice appunto sul foglio di carta che indica le note o gli accordi) praticamente sempre, ma si può sbagliare nota (il dito è scivolato su un'altro tasto!) e ci si deve rendere conto con l'orecchio, si può aver bisogno di trovare delle parti ad orecchio, inoltre può capitare di dover improvvisare un assolo (di chitarra, basso, tastiera... batteria non so) o altro... La conoscenza di tutti i lick del mondo non può sostituire un buon orecchio.
- bisogna memorizzare scale, accordi, arpeggi, e quant'altro... Ci vuole tanto esercizio... fatto con costanza.
- la mano sulla tastiera deve volare sui tasti; la mano che plettra deve fare movimenti fluidi e veloci... e non bisogna farsi male. Qui serve un'impostazione iniziale e tanto esercizio come al punto precedente.
- e serve una buona esperienza da componente di una band!
A questo punto voglio enunciare quella che chiamerei Prima legge fondamentale del Maestro di Chitarra di cui ritengo di essere lo scopritore:
Il compito del Maestro dei miei tempi era principalmente ascoltare il playing dello studente e, grazie al suo orecchio allenatissimo ed alle sue conoscenze, portare in evidenza le problematiche che l'esecuzione di certi esercizi da parte dello studente evidenziavano (e che lui non era in grado di cogliere) suggerendo dei correttivi anche ad hoc per la persona.
Quindi serve ancora il Maestro?
Per la mia Prima legge fondamentale del Maestro di Chitarra
Per un tempo limitato che non so quantificare però è importante: le sedute di esercizi che ti portano alla velocità di esecuzione le devi fare da solo, ma nessuno ti potrà dire se fai degli sbagli, se non sei fluido, preciso, se le dita sono nella posizione corretta, se vai a tempo (questo se non hai già la cognizione del tempo); puoi imparare tantissime cose sui video metodi che oggi si trovano anche su youtube a costi irrisori ma non puoi ricevere i consigli su misura per te che può darti solo un'esperto che ti ascolta e ti vede fare gli esercizi: quindi per avere le basi serve un insegnante... poi per imparare tecniche avanzate o altro si può fare da soli...
Inoltre ci sono decine e decine di altre scuole di musica in Italia e non solo nelle grandi città: è una seconda possibilità da prendere in considerazione... probbabilmente ce n'è una discreta non lontano da casa tua...
Ma internet offre un'alternativa interessante: si possono prendere lezioni a distanza tramite web e webcam... sarebbe meglio prendere lezioni di persona, ma non credo che Massimo Varini, Luca Colombo o Andrea Braido verrebbero mai a casa tua... invece potresti chiedere una (o più) lezione a tutti e tre...
PS: se accetta, e se sai bene l'inglese, perchè non chiedere a Joe Satriani di farti da Maestro?
Lui ha insegnato a Steve Vai, Kirk Hammett.... e dice che Steve Vai non ha avuto proprio bisogno di centinaia di lezioni...
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