giovedì 27 luglio 2017

Home Recording: Torpedo Wall of Sound 3 Introduzione

Più o meno grazie al fatto di tenermi occupato dalla costruzione della mia prima chitarra elettrica, rispetto ad altri anni, nel 2014 ho fatto pochi altri investimenti in materiale chitarristico... e la cosa è proseguita nel 2015. Più o meno in quell'anno mi sono dedicato principalmente alla mia salute... Non ho avuto problemi particolari ma proprio per evitarli mi sono dato allo sport assiduo e costante.

Poi nel 2015 ho scoperto questa azienda Two Notes (sito) che realizza hardware e software per musica di alto livello. I prodotti HW sono di qualità eccellente e hanno un prezzo proibitivo per un hobbista con guadagni normali e spese fisse alte...
In realtà il primo prodotto della Two Notes me lo ha presentato un mio amico, (non è il mio ex batterista), nel 2010 che a quel tempo aveva aperto una sala prove nel nostro comune luogo di residenza... era il Torpedo Studio un aggeggino veramente interessante che collegato ad un ampli o testata valvolare prometteva di fare da simulatore di cassa programmabile in modo superbo, tanto da permetterti di tirare il collo alle belle valvole senza abbattere muri e senza farti rimpiangere la cassa vera del tuo ampli... il tutto in cuffia se non si è capito! Questo per lo meno era l'obiettivo di G che, con una prestito governativo, si era avventurato nel mondo delle sale prove professionali attrezzando un semplice appartamento in un normale stabile di San Giorgio del Sannio con 3 sale provviste di batteria elettronica, testate valvolari piccoline per chitarristi, ampli per basso, ecc... poi questo Torpedo Studio, collegato al PC (MAC, manco a dirlo) della sala regia, ed altri aggeggi corredati di cuffie professionali per ogni strumentista. G me ne parlò in maniera veramente entusiasta, il Torpedo Studio era il cuore della sua proposta... ma non capii molto... nè lo potei provare o vedere all'opera anche se mi promettevo di farlo prima o poi...
Da allora, più o meno, mi sono sempre ricordato di quest'azienda...

Nel 2014 scopro che la Two Notes realizza anche software... prima provo una versione free del Torpedo PI 101, un vst, simulatore di cassa (anche di finali e microfono), che ho installato sul mio portatile di allora (il grande Sony Vaio) e cominciato a provare. Devo ammettere che non ho notato grandi cose da questo primo prodotto, anche se era una versione depotenziata rispetto a quella commerciale, ma quest'ultima costava un bel po'...
Tempo dopo, 2015 appunto, rigirando sul sito del produttore trovo una nuova versione... Torpedo Wall of Sound 3...(sito)
:) Non ho mai saputo delle prime 2!

Questo nuovo prodotto viene venduto con una soluzione veramente ottima per me.
  1. Scarichi il programmino ed installi il vst giusto sul tuo PC.
  2. Ti registri sul sito e potrai usare una cassa con un microfono e qualche finale per 30 giorni senza altre limitazioni. 
  3. Al termine dei 30 giorni per continuare ad usare il prodotto dovrai acquistare almeno una cassa che ti darà una licenza d'uso per sempre. 
Il vero vantaggio è che ogni cassa costa circa 8 euro... chi apprezzando discretamente il prodotto non farebbe la spesa? E' alla portata di tutti! Secondo me è stata veramente una bella idea.

La Two Notes (e le altre aziende di cui ho parlato e parlo bene) non mi paga (sigh!) per scrivere queste cose... non mi conosce nemmeno... sono le mie sincere opinioni.
schermata principale del plugin
Io ho scelto tre casse:
  • XTCab:inspirata ad una Bogner 4×12 con i Celestion V30,
  • 2Notes CSG:una idea Two Notes con cono ElectroVoice EVM12L,
  • Angl VintC:inspirata ad una cassa Engl 4x12 slant
24 euro, niente male no?

Ora lo uso spesso nella mia DAW dal 2015...
Mi riprometto di realizzare un video nel prossimo futuro... in questo periodo sono incasinato: ho acquistato un nuovo PC da scrivania (e già questo ha richiesto 15 giorni per scegliere e ricevere tutti i pezzi, poi 3 giorni per montare ogni cosa ed iniziare ad installare SO ecc). Ora sto installando tutti i programmi della DAW sul nuovo PC... e spostando i miei progetti dal vecchio glorioso Vaio... Poi con questo caldo è proprio difficile suonare la chitarra con piacere... e poi ci sono le ferie... il mare... il video e una recensione interessante dovranno aspettare!

venerdì 21 luglio 2017

Rocktron Chameleon

Un altro prodotto su cui ho potuto mettere fugacemente le mani in questo periodo (2014, mentre lavoravo alla mia creatura) è questo preamplificatore/multieffetto digitale della Rocktron che una volta era famoso. La casa madre ha realizzato tre versioni del suddetto (base, 2000 e online), leggermente diverse tra di loro, e, come al solito, le opinioni degli esperti si dividono su quale dei tre sia la più riuscita.
Io ho potuto provare la versione base.

Iniziamo a descrivere gli ingressi ed uscite:
  • input jack da 1/4";
  • due uscite bilanciate da 1/4";
  • due uscite XLR;
  • connessione phantom da 2,5 mm (non capisco a cosa serva qui);
  • MIDI in, out e through;
  • connessione Tap-Delay.
rocktron chameleon dalla rete
Continuiamo con le caratteristiche e funzionalità offerte:
  • simulazione di preamplificatore low gain ed high gain;
  • equalizzatore parametrico a 2 bande in pre-distorsione;
  • equalizzatore parametrico a 4 bande in post-distorsione;
  • delay stereo: ritardo massimo 1 secondo per canale;
  • riverbero;
  • hush (uno dei migliori riduttori di rumore);
  • simulazione di cassa: chi l'ha provata riferisce che l'ha trovata molto realistica;
  • effetti di modulazione (wah, phaser, stereo chorus, stereo flanger, pitch shifter fino a 2 otttave, tremolo).
Wah e phaser sono posizionati prima del preamp lungo il percorso del segnale. Gli altri effetti si trovano tutti dopo il preamp.

Raccogliendo le impressioni di chi lo ha effettivamente posseduto aggiungo che:
  • i due equalizzatori parametrici sono alquanto ostici da utilizzare ma chi li conosce sostiene che sono irrinunciabili (io ritengo difficile capirne il funzionamento e come utilizzarli in un suono che possiamo avere in mente, ho sempre avuto quelli grafici o alti, medi e bassi);
  • i parametri degli altri effetti sono semplici ed immediati (chorus, flanger and pitch hanno il pan per ogni canale);
  • Se sai come modificare i suoni, questa unità è un vero coltellino svizzero per ogni chitarrista.
Ma come suona?
Ok!
Lì al negozio ho collegato una Charvel metallara (era usata, costava sui 400, ma non ricordo il modello) al pre e poi ho messo l'uscita del chameleon nel return di un Marshall DSL 40 combo, accendo e suono un po'.
altra foto dalla rete

Tra i suoni già memorizzati ho trovato subito qualcosa di buono per i puliti, per ogni genere dal Pop al Jazz al Rock al Rock Hard (visti gli effetti disponibili non c'è da meravigliarsi)... l'unica cosa li ho trovati un po' digitali e vetrosi.
Poi ho trovato un paio di suoni sporchini, quasi Alternative, ma leggero, o Blues... con l'humbucker al manico direi più blues, ma, dato che io non sono un esperto del genere, la cosa va presa con le molle.
Verso il 15/20 (non me lo ricordo troppo bene) ho iniziato a trovare suoni distorti... alcuni buoni per l'HR, aperti e freddini però; poi ho trovato dei suoni molto zanzarosi sicuramente scavati suoi medi ma assolutamente inadatti così come sono ad un suono molto Metal con lo stesso setup; successivamente un paio di suoni solisti niente male che ricordano Gilbert ed i Metallica e poi altri suoni ancora più effettati sia puliti che distorti ed a vari livelli... col flanger si fanno cose veramente divertenti con i suoni distorti...

Sicuramente i suoni provati non devono essere quelli di default, il padrone del negozio dice che non lo ha resettato, saranno quelli lasciati dall'ultimo padrone... ci sarebbe molto da lavorarci.

Comunque è un unità vecchiotta, alcune potrebbero essere in pessime condizioni, non ha un accordatore interno ed ha algoritmi fissi, ma non posso dire che suona male, a trovarla costerebbe poco ed è sicuramente migliore di diversi altri prodotti economici di oggi. Negli anno 90 era considerata lo stato dell'arte e costicchiava non poco!

In generale gli effetti Rocktron hanno sempre riscosso un buon successo, sono di buona qualità e molti musicisti professionisti li hano adottati nel tempo. Certamente si trovano sistemi più avanzati e migliori ma costano di più. Direi che va preso in considerazione...

4 mesi dopo la prova casuale sono andato al negozio con chitarra e finale per provarlo meglio con qualcosa di mio, anche considerando l'opportunità di farlo entrare nel mio rig... ma non c'era più. L'aveva venduto, peccato, ero per lo meno curioso...

martedì 18 luglio 2017

Perchè i Mesa Costano Sempre un Occhio?


Ci sono questi amplificatori (e non solo) Mesa Boogie che per molti anni non ho nemmeno guardato visto che non me li potevo permettere, ma queste due parole farebbero strabuzzare gli occhi a migliaia e migliaia di chitarristi in tutto il mondo anche senza star a dire di quale modello si parla... è come BMW o Audi per gli appassionati di auto.

Per fare un esempio ai tempi in cui si comprava un Marshall JCM 900 da 50 o 100 watt nuovo (che comunque quando è uscito ha fatto furore) o un JCM 800 usato in buone condizioni (perchè era già un must), al prezzo di 1.000.000 di lire circa, con gli stessi soldi non ci coprivi nemmeno la metà del prezzo di un Mesa qualsiasi... erano prodotti proibitivi! Serviva un finanziamento o un mutuo.
Ed oggi è ancora così: un finale EL84 Marshall (20 watt stereo) costa circa la metà di un finale Mesa Boogie dello stesso wattaggio.
Poi un giorno a furia di chiedermi ma come è possibile che costano tanto? ho cominciato a guardarli... come prima cosa la sezione valvole... ed ho notato che spesso paragonati ad un Marshall i Mesa hanno quasi sempre il doppio delle valvole di preamp... di un Marshall o di altri.
Ad esempio il Rectifier Recording ha 6 valvole di preamp.
Marshall e Mesa sono proprio due timbri diversi, due filosofie agli antipodi, ma spesso producono prodotti simili... eppure un Mesa ha quasi sempre più valvole di un Marshall dello stesso wattaggio, quindi una prima risposta me la sono data... qualche differenza c'è.
Di solito le valvole finali sono diverse ma fino ad un certo punto... entrambi spesso usano le EL84 o le EL34 o le 6L6 e la loro quantità è la stessa... le valvole del finale sono proporzionate al wattaggio, da qui non si scappa e si posizionano soltanto in certe parti del circuito elettrica (invece nel pre puoi mettere una valvola all'ingresso, una o più valvole per ogni stadio di guadagno, una per il riverbero o sul loop effetti...). Nei negozi però delle valvole sostitutive Mesa costano di più di quelle per Marshall di norma... non di rado vi ho trovato scritto Approved, Tested o Guaranteed... sarà...

Più concretamente ho visto la mia cassa Mesa con cono Electro Voice Black Shadow da 200 watt...
  • peso incredibile, quasi commisurata alla potenza; 
  • solo il cono costa 200 euro ed è di una qualità eccezionale, 
  • ha un mobile in multistrato solidissimo con 3 strati sul davanti... io nella mia ne ho messi 2... perchè se no diventava troppo pesante e perchè non ho capito a che serviva il terzo strato... 
Inoltre ho pagato 300 euro la mia cassa Mesa, usata... tanto per una 1 X 12... non conosco il prezzo da nuova ma è lecito pensare che magari costasse 600 euro... ovviamente tantissimo per cassa a singolo cono da 12 pollici... ma quanto costerebbe una cassa Marshall con cono Celestion Heritage G12H-75, Greenback o Alnico Blue?

Intanto quando me la sono costruita una cassa come la Mesa, 300 euro non mi sono bastati, ne ho speso qualcuno di più... certo io ne ho costruita una, non ho considerato il costo della mano d'opera, ne quello dei macchinari, ne quello di progettazione e mi è avanzato il tolex per una piccola testata; con quello che mi è rimasto di retina davanti ci potrei fare altre 2 o 3 casse 1 X 12, quindi costruendone N la spesa per la singola si ridurrebbe (le economie di scala); alla Mesa non ne hanno fatta 1 o qualche decina ma nemmeno milioni... non si saranno certo ridotti alla metà o a meno... A finale per una 1 X 12 come questa, 300 (o 600) è comunque tanto in valore assoluto, ma a questo punto il prezzo è anche giusto... Quindi se tutti i prodotti Mesa Boogie sono realizzati con la stessa cura, la stessa qualità dei componenti ecc... behhh forse il loro prezzo non è uno sproposito.

martedì 11 luglio 2017

Autocostruzione Chitarra Elettrica parte 15: Montaggio e Godimento

Ho aspettato altri 10 giorni prima di montare il risultato delle mie fatiche... per far asciugare bene la gommalacca.
Poi a fine ottobre (circa) ho montato la mia prima chitarra elettrica autocostruita. Ovviamente c'era emozione in quest'ultima operazione, mancava poco ed avrei potuto ascoltarla... non avrei avuto prove di appello se non fosse stata un lavoro decente, ma avevo già potuto montarla prima di verniciare ed avevo appurato che lo strumento suonava.
Comunque... ultime operazioni:
  • monto il ponte Shaller Hannes,
  • monto i pickup e l'elettronica,
  • monto le meccaniche,
  • avvito manico e body,
  • monto le corde,
  • accordo...
faccio qualche nota...
sulle prime le corde mi sembrano alte... rispetto alla mia ascia sono tutte alte in verità... su quella sono riuscito ad abbassarle tantissimo.
foto 1: non ho foto migliori
L'emozione c'è! lo strumento suona: è già tanto!

Non resito attacco alla testata Pandora... suona non c'è che dire! Evvaiiiii!!!
Bando alle ciance, passo alla distorsione, vuoi vedere che non distorce? 
Evvaiiii!!! Distorce pure!!!

Suonare il primo giorno è stata goduria pura... lo strumento suonava quasi come mi aspettavo. Ho cercato di capire se il livello di distorsione fosse come quello della Jackson slsmg, visto che avevo scelto gli EMG 81TW ed 89 proprio per mantenere quella distorsione, ma mi sono rimasti dei dubbi: credo che qualche sfumatura fosse diversa. In fondo la costruzione è diversa, io ho realizzato una bolt-on, con manico e corpo (un pezzo unico) interamente in mogano ed ho scelto un ponte diverso; la Jackson è neck-through con una parte centrale in mogano e due ali anche esse in mogano, forse... (poi un giorno scoprirò che non è così semplice... ma è un'altra storia) inoltre ha le camere tonali con il ponte tune o matic...

Sul pulito, poi, sentivo un qualcosa di meglio con i pickup splittati... forse è quello che cercavo...
Ma in verità quel giorno è stata pura goduria e basta! E forse lo sarebbe stato comunque...

foto 2: completa
Poi ho suonato altri giorni, passata l'eccitazione ho notato un primo problemino... le corde sono effettivamente alte sui tasti più acuti... servirebbe regolarle sul ponte... pochi decimi di millimetro, ma il ponte è già alla minima altezza... mi sa che quel sottile strato di vernice fa la differenza...
Su consiglio del sempre disponibile Giulio Negrini (di GNG) ho provato mettendo uno spessore mobile in cartoncino (da me opportunamente sagomato) nella tasca del manico... arriverà a qualche decimo di millimetro ma alza il manico più del necessario... poi mi viene un'idea migliore: perchè non usare due o tre fogli di carta sagomati...?
La seconda soluzione si mostra quella ideale. La carta è molto più fina! A questo punto un problema sarebbe come fare per realizzare un foglio di legno così fino da applicare definitivamente lì?

Inoltre l'ho suonata ancora diverse volte, nei mesi successivi, e dirò che la chitarra da una sgradevole sensazione, come di un corpo eccessivamente rigido tra le mani... e pesa anche tanto... non so spiegare meglio quella sgradevolezza ma le altre chitarre non mi davano questa impressione ne prima ne dopo... così le suonate sono andate sempre più scemando... consapevole che dovevo apportare delle modifiche o abbandonarla definitivamente...

Concludo il post dicendo che dopo 6/8 mesi ho deciso di smontarla per fare delle modifiche... ma mi riservo la possibilità di dire qualche altra cosa e trarre le conclusioni di questa esperienza in altro post tra qualche settimana...

giovedì 6 luglio 2017

Autocostruzione Chitarra Elettrica parte 14: Verniciatura 2

A questo punto si parla del lavoro fatto sul body.
Come scritto ho il materiale per verniciare e per sbiancare: cominciamo con la sbiancatura.

Non ho capito con quale attrezzo posso passare la soluzione sbiancante sul mio legno comunque provo con un pennello svizzero comprato per vari scopi... l'ho già usato per fare delle prove su dei pezzettini di legno come raccontato nel precedente post. Questa soluzione ha un'azione abbastanza veloce, basta lasciarla asciugare per 20/30 minuti... quindi anche per le 4 passate che penso di fare mi basta un pomeriggio.
Per cui:
  1. preparo il paziente per l'operazione fuori al balcone, 
  2. mi metto i guanti protettivi e la mascherina da polveri (è l'unica che ho, meglio di niente), 
  3. preparo la soluzione sbiancante, 
  4. bagno il pennello e comincio a passare uniformemente sul corpo di legno... 
già a metà body, contrariamente a quanto successo ieri con pezzettini più piccoli, avverto un pungentissimo odore, capisco immediatamente che la soluzione tossica si sente eccome, per cui mi prende una certa paura che ogni tanto mi convince ad interrompere il lavoro ed allontanarmi dal pezzo e dall'odore per un po'... comunque porto a termine la prima passata: spennello trattenendo il fiato e vado a respirare lontano per qualche secondo. Visto l'imprevisto, decido che è anche l'ultima; non rischio la vita ma non voglio comprare un'oggetto che non so se riuserò più... quel'è la mascherina adatta e poi dove la trovo adesso... tra l'altro il pennello sta perdendo le setole.

Mi rimane un body più chiaro del colore originale del mogano ma non è ancora bianco, se passo il Blue Lagoon della Wudtone mi sa che non viene proprio blue... ma non ho alternative... intanto siamo a fine settembre... non ho tempo da perdere se si guasta il meteo o inizia a fare freddo...
quello che ci vuole

Domani comincio con la verniciatura ugualmente e vedremo poi che colore viene...

Lavorare con la vernice Wudtone è molto facile, insieme ai composti coloranti sono arrivate anche le istruzioni: cominciando col composto impregnante:
  1. si prende un panno di lino o di cotone (non deve lasciare pelucchi durante la passata) abbastanza piccolo... anche 5 cm X 5 cm;
  2. si versa qualche goccia del colorante in un contenitore adatto;
  3. si bagna il panno preso al punto 1 nel contenitore con il composto del punto 2 e si passa lentamente ed uniformemente sulle superfici interessate;
  4. si attende circa una giornata;
  5. si fa una leggera carteggiata con carta vetrata 400 o 600;
  6. si ripete il processo con gli altri 2 composti un numero variabile di volte a seconda dell'effetto che si vuol ottenere.
Se non ricordo male la casa madre suggerisce:

  • 1 passata di impregnante per qualsiasi tipo di legno, 
  • 3 passate del composto intermedio, 
  • 1 passata del composto protettivo finale... 
e dato il tempo a mia disposizione a queste disposizioni mi sono attenuto...
i due lati del mio body finito
Come si vede alla fine mi è venuto un bel verde con discrete venature, qua e là si vede qualche timido riflesso bluetto ed anche rossiccio... certo non è venuto con venature belle come con l'acero fiammato, o occhiolinato... ho deciso di tenermela così almeno per questo'anno, poi si vede... L'ultima passata di carta vetrata l'ho fatto con grana 1200, ma per risultati veramente lucidi consigliano anche una passata con lana vetro...


PS: A distanza di giorni dalla sbiancatura il pennello che ho usato per il lavoro tossico continua a perdere le setole... è quasi completamente spelacchiato... mi sa che non era lo strumento adatto.