martedì 4 aprile 2017

Teoria: Amplificatori, due Cose

Stavo scrivendo il prossimo post (hehehe) quando mi sono reso conto che ho alcune cose da dire prima... per rendere ben chiaro l'argomento che sto trattando più avanti... non mi va di lasciare un discorso poco chiaro ed in fondo mi servono solo poche frasi.

Devo dire due cosette sugli amplificatori, non fa niente se la maggior parte di quelli che leggono questo blog le saprà già... scrivo per quelli che non lo sanno...

La maggior parte degli amplificatori per musica (credo), sicuramente quelli per chitarra, voce, tastiera e basso prendono in ingresso un segnale ad alta impedenza (resistenza), dell'ordine del MegaOhm, e di minima ampiezza (il segnale della chitarra elettrica è dell'ordine delle decine di millivolt) ed inviano agli altoparlanti un segnale di ampiezza molto più grande ed impedenza (resistenza) molto bassa (4, 8, 16 ohm) che la cassa sa poi tradurre in suono.

Gli amplificatori sono divisi in parti detti stadi... il numero di stadi complessivi è variabile ma abbiamo sicuramente:
  1. stadio di ingresso;
  2. uno o più stadi di preamplificazione (preamplificatore): fa un po' di amplificazione (preamplifica), equalizza il segnale secondo le esigenze della persona che lo usa e qualche volta fa altro;
  3. eventuale stadio intermedio: non sempre presente, quando c'è serve per effetti integrati o loop effetti ed altro;
  4. uno o più stadi di potenza (finale): non fa altro che conferire la maggior parte dell'amplificazione al segnale.
  5. stadio di uscita: di sicuro adatta le impedenze per gli altoparlanti.
Questo è quello che volevo dire e che potevo dire per le mie scarse competenze in materia.

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