lunedì 24 aprile 2017

Autocostruzione Chitarra Elettrica parte 6: Primo Problema

C'è l'annoso problema della tastiera da risolvere, senza non parto proprio... quindi mi concentro su questo per cominciare!
Ci penso e ci ripenso ma c'è poco da fare... pur volendo essere ottimisti al limite della follia, senza quegli strumenti necessari uno come me potrebbe provare a farla 100 volte e buttare 100 tavole di legno...
L'unica ipotesi è riuscire ad avere un disegno CAD della tastiera (dovrei averlo tra i vari che ho raccolto negli anni), stamparlo su foglio nella dimensione corretta, mettere il foglio su legno e segnare i punti da tagliare per fare i solchi dei fret, ma poi con che cosa taglio questi solchi? Serve il seghetto giapponese (così mi pare si chiama) non un coltello, una sega o altro...
E poi come faccio la curvatura? servono degli utensili per liutai che si chiamano block radius... ogniuno costa sui 25 euro, per un compound radius 10"/16" ne servono 4... per un solo lavoro...

O me la faccio fare o mi fermo qui!

...

Gianand lo escludo a priori vista la brutta esperienza...
Ci sarebbe un nuovo sito... Marconi Lab... ha sede a Cureggio, provincia di Novara... niente male!
Faccio un nuovo preventivo su Warmoth: non riesco a farmi la sola tastiera (sul sito il configuratore comprende anche il manico) così gli scrivo un qualcosa del genere...

 Componente 
 Tastiera per chitarra elettrica  
 Legno
 Ebano Asia
 Numero Tasti 
 24 
 Tipo Tasti
 Stainless Steel
 Radius
 10"/16" Compound Radius 
 Larghezza Capotasto 
 43 mm 

Intanto scelgo il disegno per il body... ho file CAD di molte chitarre famose e storiche:
  • stratocaster,
  • telecaster,
  • les paul,
  • flying V,
  • explorer,
  • Ibanez JPM,
  • Ibanez RG,
  • ecc...
Decido di partire dal disegno della RG che è il più simile ai miei desideri, cercherò di modificarlo sul legno. Lo vado a stampare da uno qui vicino che può stampare disegni dwg... e lo riporto su un foglio di compensato per vedere come va...
primo disegno del mio body
Come si vede mancano i segni per il ponte (questa prevede solo il floyd rose), gli scavi per i pickup e la tasca del manico... me li dovrò calcolare, non ho niente di meglio...

Dopo qualche giorno mi rispondono da Warmoth con un preventivo simile...

 Tastiera per chitarra elettrica, captasto 43 mm 
 Ebano Asia
 $ 90.00 
 24 Tasti 
 $ 5.00 
 Tasti Stainless Steel
 $ 20.00 
 10"/16" Compound Radius 
 $ 20.00

135 $ a cui bisogna aggiungere 20 $ di spese di spedizione ed una tassa d'importazione pari circa all'IVA sul valore dichiarato della merce. Ora non ricordo il cambio Dollaro/Euro come fosse, credo 1,15... ma mi sembra una spesa eccessiva.

Un sabato vado a Cureggio, per rendermi conto di persona e faccio due chiacchiere col ragazzo lì all'ingresso... sono rimasto soddisfatto sembrano sapere il fatto loro... gli spiego il mio problema e quindi gli chiedo un preventivo fornendogli le caratteristiche di sopra... mi risponde che dovremmo essere sui 105 euro per un ebano di seconda scelta... 40 euro in più per la prima qualità...

Pe chiudere riprendo il punto 1 del post precedente... lasciato in sospeso... mi faccio fare la tastiera, ok, ma da ora in poi devo fare da solo, piuttosto mi fermo, dichiaro la mia sconfitta e basta, non porto la roba dal liutaio perchè faccia un lavoro che ho solo paura di tentare!

venerdì 14 aprile 2017

Autocostruzione Chitarra Elettrica parte 5

Siamo circa nel 2014... tra gennaio e febbraio... a circa un anno di distanza dall'abbandono di quel bel progetto di autocostruzione chitarra elettrica personale ci sto ripensando... l'autoassemblaggio non mi ha soddisfatto del tutto, il mio desiderio di costruimi uno strumento come piace a me è rimasto inalterato, anzi, per certi versi, si è rafforzato... la spesa sostenuta per costruire la Magocaster mi ha fatto riconsiderare la questione. Mi sono detto che avrei speso sicuramente meno... e magari avrei trovato maggiore soddisfazione. L'esperienza precedente, per certi versi fallimentare, mi è tornata un pochino utile... ho capito che devo avere più coraggio e fiducia nelle mie capacità... anche i professionisti sbagliano, perchè dovrei aver paura di sbagliare io... è bello anche trovare il modo di riparare ad un errore.


un disegno
Faccio ancora il punto:

1
Avevo un problema... Farò tutto da solo?
...Rispondo nel prossimo post...

2
Avevo poi un problema legato al luogo dove poter lavorare... Mi è venuta un'idea un po' folle... ma può funzionare: non conosco nessuno che mi permetterebbe di utilizzare il suo laboratorio, ne posso lavorare nel mio bilocale: non nel bagno, non nella cucina, ne in camera da letto... dove?
Sul terrazzo!
Ho un piccolo terrazzino... circa 15 mq quasi tutti scoperti, niente di che ma potrei lavorare li sopra... Ciò vuol dire che quando è cattivo tempo non potrò fare nulla, ma da aprile ad ottobre ogni ora di luce e di buon tempo in cui sarò libero (e tutto sommato ne ho molte, grazie al mio lavoro) potrà esser buona per lavorare, sono tanti mesi che ce la dovrei fare.

Però oltre a trovare un luogo dove lavorare serve un piano di lavoro, un tavolo, una scrivania... non posso certo lavorare sdraiato a terra o in piedi con il materiale a mezz'aria... cerco nei vari brico dei piani di lavoro e ne trovo diversi a buon prezzo... scelgo il più economico: se ricordo bene mi è costato 15 euro... prima spesa del nuovo progetto (diciamo un investimento).

3
Ho ancora quel bel blank di mogano khaya (lo vedi che ho fatto bene a conservarlo!) dopo di che mi serve il legno per il manico e la tastiera e come legni sarei a posto. Il legno per il manico lo prendo da dei ragazzi di Torino che costruiscono per hobby chitarre e hanno tavole di vari legni (acero, mogano, ecc). Sceglierò il mogano anche per il manico!
Rimane il problema della tastiera: ebano ovviamente, 24 tasti e scala 648mm.... una tavola la trovo ma come la costruisco?... non posso certo farla ad occhio... ne posso affidarmi agli occhi ed al calibro, sarebbe comunque un metodo che introduce molti errori di lavorazione... ci vogliono strumenti che non si inventano ne si improvvisano, prima di tutto la dima con quella specie di coltello per tracciare i solchi dei fret... non posso comprarla, non costa pochi centesimi e poi a me serve solo per una volta, ne posso farmela prestare... idem per realizzare il raggio di curvatura della suddetta.... come faccio? Pare che il mio modello (la mia ascia) sia 10/16 con compound radius... chi me li da (anche in prestito) 4 block radius?
il mio blank
4
Poi le parti meccaniche ed elettriche.
Stavolta parto da quello che so: sui pickup mi piace il set Metal EMG 81, 85 ma li vorrei più versatili, allora prendo l'81TW ed 89 per poter sfruttare lo split a single coil...
Le meccaniche... voglio cercare di copiare la paletta della mia Jackson slsmg e mi servono quelle 3 per lato, ho apprezzato le autobloccanti Planet Waves PWAT sulla Magocaster, prenderò quelle specifiche per palette con 3 per lato, le 331L.
Poi tocca al ponte: sono affascinato dallo Schaller-Hannes... prendo questo!
...tutte le meccaniche stavolta cromate, risparmio qualche euro... e mi piacciono ugualmente.

Queste sono le elucubrazioni dei primi 2 mesi del 2014...

giovedì 6 aprile 2017

Teoria: Overdrive o Distorsore?

Come moltissimi metallari ho sempre pensato che l'overdrive fosse un pedale per chitarristi Metal senza palle (per i rockettari o altri non ci pensavo...). Il chitarrista metallaro per ottenere un suono distorto deve usare un distorsore... può anche essere un distorsore non proprio spinto ma non può che essere un distorsore, se usi l'overdrive ti manca qualche rotella! Sapevo che Vai, Satriani, Gilbert e tanti altri usassero degli overdive ma non riuscivo a spiegarmi il motivo... era un punto interrogativo per me... fino a che non ho avuto modo di seguire un seminario di Massimo Varini in quel di Padula (SA) il 15 dicembre 2013.

Tra le cose dette ha spiegato che questi due oggetti sono diversi tra di loro e rispondono a due esigenze diverse... contigue ma diverse. Si possono trovare degli overdrive che spinti al massimo sono quasi dei distorsori e dei distorsori che in certe circostanze, regolati con basso guadagno, si comportano come overdrive. Massimo Varini amplia un po' quel discorso in un ciclo di video da lui realizzati, the sounds of guitar, che ai tempi ho potuto vedere su youtube.

Quando si parla di elaborazione del suono bisogna accennare a cosa è fisicamente una nota musicale della chitarra... : in semplicità una nota musicale arriva al nostro orecchio propagandosi nello spazio pieno di aria (che è il mezzo trasmissivo). L'oscillazione della corda, a seguito della pizzicata, (nel caso di un'acustica o classica) provoca dei movimenti nel mezzo trasmissivo (un susseguirsi di picchi e avvallamenti con andamento oscillatorio non proprio semplicissimo) che il nostro cervello decodifica come la nota; questa nota è a sua volta rappresentabile come una somma di armoniche semplici (i toni puri); nel caso di una chitarra elettrica l'oscillazione della corda colpita dal plettro (uguale al caso precedente) viene captata dai pickup e trasformata in segnale elettrico che va all'amplificatore... questo segnale (corrente alternata) è rappresentabile ancora una volta come una somma di armoniche. Le armoniche sono delle onde di pressione rappresentabili con una formula matematica che, chi è avanti con gli studi superiori, conosce bene (figura)
funzione sinusoidale
In particolare un'Armonica è caratterizzata da un'ampiezza (A) ed una frequenza ϖ (si legge omega).
La nota musicale, matematicamente parlando, è la somma di infinite armoniche come quella della figura sopra di cui abbiamo la più importante che è la fondamentale: ha un'ampiezza molto grande (relativamente al segnale complessivo) ed una frequenza caratteristica ϖ; poi ci sono altre armoniche di grado sempre maggiore (e di sempre minore importanza) con un'ampiezza sempre più piccola, tale che alla 5/6 diventano fisicamente trascurabili nella ricostruzione della nota, ed una frequenza che è un multiplo intero della frequenza caratteristica ϖ della fondamentale.
armoniche di una nota
Questa somma di armoniche normalmente, per quel che ci interessa, entra nell'ampli e ne nesce molto e solo amplificata... diciamo che esce pulita perchè l'ampli sa trattare perfettamente questo segnale amplificandolo migliaia di volte senza alterarlo.

Ma i circuiti reali sono fatti per trattare segnali in un certo range di ampiezze, frequenze, impedenze... fuori dalle quali o non lavorano correttamente o distorcono...

Un overdrive buono non fa altro che aumentare l'ampiezza delle armoniche (per questo spesso quella certa manopola sui pedali si chiama gain) del segnale prima dell'ampli a tal punto che, quando entrano nell'amplificatore, almeno la prima (la più importante), ha un ampiezza così grande che, l'amplificatore non riesce a gestirla come si deve e restituisce un onda un po' innaturalmente attenuata (compressa) e l'ampli stesso va in sovraccarico (overdrive).
nella figura accanto:
  1. in nero il segnale in ingresso,
  2.  in fucsia tratteggiato il segnale amplificato senza sovraccarico (quello diciamo uscito dall overdrive),
  3. in giallo il segnale con sovraccarico (uscito dai primi stadi dell'ampli).
overdrive (presa da Donato Begotti)
Il distorsore, invece, è una specie di overdrive estremo perchè amplifica ancora di più le ampiezze delle armoniche della chitarra al punto tale che non solo l'amplificatore va in sovraccarico ma comprime ulteriormente le ampiezze a tal punto che taglia praticamente tutte le creste delle armoniche più importanti restituendo qualcosa di molto vicino ad un'onda quadra e si dice che l'amplificatore va in distorsione.
nella figura accanto:
  1. in nero il segnale in ingresso,
  2. in fucsia tratteggiato il segnale amplificato dal distorsore (prima che entri nell'amplificatore),
  3. in rosso il segnale con distorsione dopo i primi stadi dell'ampli.
distorto (presa da Donato Begotti)
Qualsiasi elemento elettronico, sia analogico che digitale, sia i transistor che le valvole, può andare in sovraccarico o in distorsione con un segnale non appropriato... e nei primi tempi questi comportamenti erano indesiderati... fino a che...
Nel caso di chitarra elettrica è molto apprezzato il comportamento delle valvole in overdrive (o saturazione) o in distorsione: in un simile frangente esse, di solito, donano calore, rotondità e ricchezza al suono... al prezzo, chiaramente, di perdere la pulizia e nitidezza della nota, si dice che in questa situazione le valvole lavorano meglio (sul semplice suono pulito sono migliori gli amplificatori a transistor)... di solito non è così apprezzabile il comportamento di amplificatori a transistor nello stesso frangente...

Per concludere quindi, alle volte, si utilizza un pedale (booster, overdrive, distorsore) davanti all'ampli per avere certi comportamenti dai circuiti di ingresso e dal preamplificatore... specialmente se il pre ha le valvole... e certi comportamenti dipendono da come è realizzato l'amplificatore stesso.
Per mandare in sovraccarico o distorsione le valvole di un preamplificatore si può anche solo regolarlo ad almeno 3/4 della sua corsa il volume o gain del preamplificatore.
L'overdrive/distorsione che si può ottenere con un pedale davanti ad un ampli è diverso da quello che si ottiene alzando il gain del preamplificatore (col pedale si sovraccarica pure lo stadio di ingresso).
Per far in modo che le valvole del finale di un amplificatore vadano in overdrive o distorsione servirebbe poter regolare il volume d'uscita del finale almeno al 85 - 90% della sua corsa... cosa di solito impossibile se si hanno più di 20 watt di potenza ed uno spazio paragonabile ad una stanza anche grande.

martedì 4 aprile 2017

Teoria: Amplificatori, due Cose

Stavo scrivendo il prossimo post (hehehe) quando mi sono reso conto che ho alcune cose da dire prima... per rendere ben chiaro l'argomento che sto trattando più avanti... non mi va di lasciare un discorso poco chiaro ed in fondo mi servono solo poche frasi.

Devo dire due cosette sugli amplificatori, non fa niente se la maggior parte di quelli che leggono questo blog le saprà già... scrivo per quelli che non lo sanno...

La maggior parte degli amplificatori per musica (credo), sicuramente quelli per chitarra, voce, tastiera e basso prendono in ingresso un segnale ad alta impedenza (resistenza), dell'ordine del MegaOhm, e di minima ampiezza (il segnale della chitarra elettrica è dell'ordine delle decine di millivolt) ed inviano agli altoparlanti un segnale di ampiezza molto più grande ed impedenza (resistenza) molto bassa (4, 8, 16 ohm) che la cassa sa poi tradurre in suono.

Gli amplificatori sono divisi in parti detti stadi... il numero di stadi complessivi è variabile ma abbiamo sicuramente:
  1. stadio di ingresso;
  2. uno o più stadi di preamplificazione (preamplificatore): fa un po' di amplificazione (preamplifica), equalizza il segnale secondo le esigenze della persona che lo usa e qualche volta fa altro;
  3. eventuale stadio intermedio: non sempre presente, quando c'è serve per effetti integrati o loop effetti ed altro;
  4. uno o più stadi di potenza (finale): non fa altro che conferire la maggior parte dell'amplificazione al segnale.
  5. stadio di uscita: di sicuro adatta le impedenze per gli altoparlanti.
Questo è quello che volevo dire e che potevo dire per le mie scarse competenze in materia.